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Il “Meazza” tutto in piedi ad applaudire il Frosinone

Il “Meazza” tutto in piedi ad applaudire il Frosinone

Serie A

Il “Meazza” tutto in piedi ad applaudire il Frosinone

Il mediocre Massa ha appena decretato la fine dell'incontro tra Milan e Frosinone. I giocatori canarini, per l'ennesima volta in questa stagione defraudati di un successo meritato sul campo, vanno sotto la curva dove ad attenderli ci sono 500 fedelissimi. Il pubblico del “Mezza”, quello cioè tutto di fede rossonera, si alza in piedi e lascia partire un applauso spontaneo quanto sentito alla “banda” Stellone e ai suoi sostenitori. Un'immagine bellissima. Da conservare per sempre nell'album dei ricordi di una vita. Una vita passata a seguire il vecchio Leone. Dai campi polverosi della Serie D fino allo stadio “Meazza”.

La “Scala” del calcio. Un'immagine, l'ennesima di questo campionato, che ci riempie d'orgoglio per quanto la formazione giallazzurra è riuscita a fare nella sua prima stagione di Serie A. Un'immagine che ci fa sentire ancora più fieri di essere ciociari. Ossia un popolo di combattenti. Mai domi. Nemmeno quando la matematica sta per decretare il ritorno in Serie B dopo una sola stagione nella massima serie.

«Non piangere perché qualcosa finisce, sorridi perché è accaduta». Una celebre frase di Gabriel Garcia Marquez, che basta da sola, come ci ricorda l'amico super tifoso Massimo, a spiegare tutto ciò che di bello, entusiasmante, indimenticabile e per fortuna ripetibile, siamo riusciti a vivere in questa stagione agonistica grazie a un manipolo di eroi di cui andremo sempre fieri. Per cui qualsiasi cosa accada negli ultimi 180 minuti di campionato per noi esiste una sola frase: grazie ragazzi.

Il Frosinone continua a non essere “simpatico” a chi ... “conta”

Banti, Gervasoni, Russo. E ora Massa. Possibile che la classe arbitrale italiana sia così scarsa? Frosinone solo sfortunato quando le sue direzioni sono state affidate a uno di questi fischietti? Oppure la società canarina non è “simpatica” a chi... conta? Per non dire... comanda? Sta di fatto che domenica al “Meazza” i giallazzurri hanno subìto per l'ennesima volta in stagione dei torti arbitrali da far rabbrividire. E non ci riferiamo solo al secondo calcio di rigore concesso al Milan in pieno recupero, ma alla “sottile” conduzione generale del “furbetto” Massa.

Sette cartellini sventolati al Frosinone contro i due al Milan, in una partita dove i falli si sono equivalsi (22 per parte); Balotelli sradica la bandierina del corner ma non viene ammonito. Poi commette un fallo di mano e anche qui niente cartellino (a inizio gara, invece, per un intervento simile Sammarco si era visto sventolare il “giallo”). Ancora brutto fallo del numero 45 rossonero e anche qui nessun provvedimento disciplinare. Il tutto con l'attaccante del Milan che era già ammonito da tempo.

E di Kucka vogliamo parlarne? Fallo da “rosso” diretto su Gucher, non sancito nemmeno con il calcio di punizione. Calcetto a Bardi dopo il rigore del 3 a 3, ma anche qui nessuno ha visto. E queste sono state le sviste più eclatanti. Ma “noi” siamo il Frosinone. E contro il Frosinone tutto è permesso.

Finalmente anche i media parlano dei molteplici torti subiti dal Frosinone

Incredibile ma vero. Quando siamo arrivati alla fine del campionato adesso anche i media nazionali si stanno rendendo conto che il Frosinone è stato tartassato per tutta la stagione. O almeno buona parte di loro. Perché sentir su Sky, in un commento sulla lotta salvezza, che il Carpi ha meritato più del Frosinone la permanenza in A, ci lascia davvero attoniti.

Per fortuna di contro Zazzaroni durante la DS dichiara: «Ennesima gara in cui il Frosinone ha subìto torti immani. Ma adesso Zamparini non dice nulla sulla regolarità della corsa salvezza?». E poi Boban: «Il Milan pareggia solo grazie a due “strani” rigori». Su Premium l'ex arbitro Cesari va giù pesante contro i giovani arbitri da poco internazionali: «Stanno deludendo in maniera incredibile. Un nome su tutti? Massa». E così “grazie” a tutto ciò il Frosinone sta per lasciare la A. Ma a testa alta.

Dopo aver combattuto come solo la gente ciociara sa fare. Lasciando un ricordo indelebile di calcio, vero, passionale e sanguigno. Come quel lungo e spontaneo applauso di tutto lo stadio “Mezza” domenica pomeriggio ha dimostrato.

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