Massacrato di botte all'interno del carcere di Frosinone. È questa l'accusa che la procura di Frosinone muove nei confronti di nove persone che, nel 2015, erano detenute all'interno della casa circondariale di via Cerreto. Per tutti e nove, accusati di lesioni personali aggravate, si aprirà un processo ad aprile davanti al tribunale di Frosinone in composizione monocratica.

L'episodio contestato risale al 22 ottobre del 2015. La vittima è un romano di 46 anni, residente nella zona della stazione Termini, che, all'epoca dei fatti, era ristretto all'interno del penitenziario. Per motivi al momento rimasti sconosciuti, ma probabilmente legati alla convivenza all'interno della struttura di via Cerreto, in nove lo avrebbero aggredito procurandogli diverse fratture, in modo particolare allo zigomo, al naso, alla mandibola, alle costole e all'ulna del braccio destro. Le ferite, dopo che l'uomo è stato sottoposto alle cure dei sanitari, sono risultate guaribili in trenta giorni.

L'inchiesta all'epoca coordinata dal sostituto procuratore Maria Pia Ticino, ha portato all'emissione di nove decreti di citazione diretta a giudizio nei confronti di altrettanti imputati.
Sotto processo sono allora finiti Francesco Marcoccia, 33 anni, di Frosinone, Marco Stefano Coratti, 40, di Monte San Giovanni Campano, Daniele Fabrizi, 32, di Frosinone, Massimiliano Manzilli, 43, di Roma, Gianfranco Pompili, 27, di Anagni, Gianluca Rizzo, 35, di Battipaglia, Giuseppe Paniccia, 33, di Frosinone, Salvatore Scava, 40, di Torre del Greco, Giuseppe Sgaragli, 51, di Roma, difesi dagli avvocati Marco Maietta, Alessandro Caldaroni, Fausto Velocci, Tony Ceccarelli, Simonetta Galantucci, Giancarlo Di Giulio, Luigi Tozzi e Filippo Collalti.
Sono tutti accusati, in concorso fra loro e con l'aggravante di avere agito in più persone, di aver aggredito a calci e pugni il detenuto M.T. provocandogli lesioni per trenta giorni. Gli imputati, che, dal canto loro, respingono le accuse, avranno modo di difendersi in aula a partire da aprile.