Ebbene si. Siamo stati buoni profeti quando, dopo il pareggio con il Pordenone nella prima giornata del girone di ritorno che aveva fatto storcere la bocca a molti, avevamo parlato di bicchiere da vedere comunque mezzo pieno per il Frosinone. Perché in fondo si era tornati in campo dopo una lunga sosta e l'importante era stato tenere botta contro quella che era ed è la seconda forza del campionato. In quel momento molto più avanti dei canarini dal punto di vista soprattutto fisico. E così, guarda caso, nelle successive due sfide l'undici di Alessandro Nesta è stato capace di conquistare sei punti e risalire in maniera importante la graduatoria generale.

Dalla nona piazza del post Pordenone si è passati al quinto posto dopo il successo sul campo dell'Ascoli, ed ora addirittura al terzo e con un solo punto di ritardo da quella seconda piazza che al termine della stagione regolare vale la promozione diretta nella massima serie. In altre parole un Frosinone che appare sullastrada giusta,quantomeno per ciò che concerne i risultati, per poter dire la sua fino al termine della regular season anche nella corsa al secondo posto. Sotto il profilo del gioco, però, la formazione giallazzurra può e deve fare di più anche se come sottolineato per l'ennesima volta da Nesta nel post gara contro l'Entella, alla resa dei conti la sua squadra non è in grado di essere bella a vedersi, quanto piuttosto concreta e cinica. E sappiamo benissimo che in un campionato lungo, estenuante ed equilibrato come la Serie B, la concretezza e il cinismo valgono molto di più di qualsiasi altra cosa. Anche del bel gioco.

I vecchi non tradiscono mai
Un Frosinone concreto e cinico grazie soprattutto a quel vecchio gruppo che non tradisce mai.
Perché se andiamo a vedere la ripresa della sfida di sabato pomeriggio, in campo c'erano ben otto giocatori (diventati nove con l'ingresso di Gori), di quelli che hanno permesso alla compagine del presidente Maurizio Stirpe di ottenere meno di due anni fa la seconda storica promozione nella massima serie. Certo, Salvi, chiamato a sostituire l'infortunato Paganini (altrimenti della vecchia guardia sarebbero stati dieci), Tabanelli e Rohden, hanno a loro volta dimostrato di aver acquisito anche loro quella mentalità "ignorante" del popolo ciociaro, ma questo soprattutto perchè trasmessa da quei "vecchi" che qualcuno continua a considerare ormai "inutili" per la causa Frosinone.

Ma tutto ciò a Bardi, Brighenti, Ariaudo, Krajnc, Beghetto, Maiello, Gori, Paganini, Ciano, Dionisi, ma anche lo stesso Citro, interessa davvero poco. E lo dimostrano in campo. Non "ascoltando" quei mugugni che arrivano da una tribuna composta evidentemente da gente abituata a tifare Liverpool, e rispondendo in campo con gol che quegli stessi contestatori hanno visto realizzare solo a grandi campioni.

Da oggi testa al Venezia
Per cui avanti così, senza prestare la minima attenzione a chi di calcio evidentemente da poco o nulla, e pensare da subito al prossimo impegno: la sfida di sabato pomeriggio in casa del Venezia. Un incontro che il Frosinone comincerà a preparare da questo pomeriggio quando alle 14,45 si ritroverà nella struttura della "Città dello Sport". In primis ci saranno da valutare le condizioni di Capuano e Paganini.