E ora andiamoci calmi. Prendiamoci il punto che la formazione di Alessandro Nesta ha conquistato meritatamente sul terreno di gioco della Salernitana dopo aver giocato per più di un'ora in dieci, mettiamo nel dovuto risalto la prestazione di coraggio e di gioco offerta da Ciano e compagni contro un avversario che, vincendo,avrebbe conquistato la vetta della classifica, ma fermiamoci a questo punto. Anche perchè, se era inopportuno dare giudizi dopo appena sei gare di campionato nel corso delle quali le sconfitte sono state più numerose delle vittorie, stesso discorso dovrà valere dopo l'ottima prova fornita dai canarini allo stadio "Arechi". Il pareggio, allora, prendiamolo come un segnale molto positivo, come un risultato che può rappresentare la svolta sul difficile percorso del campionato.
In campo una squadra di leoni
Alessandro Nesta e i suoi collaboratori hanno preparato nel modo migliore la gara. Indovinando anche il cambio dell'assetto tattico con il quale hanno presentato in campo la squadra. E superando ottimamente anche l'handicap dell'uomo in meno per la espulsione di Mirko Gori e per il rigore concesso dall'arbitro. Per la verità non ci ha convinto del tutto la decisione del direttore di gara di Pordenone, ma va accettata, come pure il fallo non rilevato ai danni di Tribuzzi. Avrebbero potuto dare una mazzata sul morale della squadra giallazzurra, già indebolito dagli sfavorevoli episodi che hanno determinato alcuni risultati di gare già disputate. All'Arechi, però, è successo il contrario.
Quegli episodi hanno fatto scattare la molla della rabbia, della voglia di riscatto e di ribellione di fronte a situazioni di difficoltà estreme e di nuovo contrarie. Alessandro Nesta ha indicato il tutto con il nome semplice di uno spirito nuovo che, però, non dovrà essere un aspettosporadico ma dovrà essere per il futuro «il nuovo marchio di fabbrica del Frosinone».
Il tecnico sperava di trovarlo prima o poi nei suoi giocatori e, il fatto che sia venuto fuori contro la Salernitana, lo ha reso sicuramente felice. Per la prima volta dall'inizio di campionato la squadra intera è andata oltre la sufficienza, compreso Gori che, finchè è stato in campo, lo ha fatto da dominatore dell'area di sua competenza. Sul rigore ci siamo già espressi.
Anche in dieci non ha mai subìto la pressione della Salernitana che, alla distanza, è scomparsa dal campo sotto l'azione costante dei canarini. Che, purtroppo, non riescono ancora a finalizzare la mole di lavoro che sviluppano quando vengomo a trovarsi nella condizione di metterla dentro. I tecnici, comunque, si preoccupano molto di più quando la loro squadra stenta a creare azioni da gol e non quando stentano a finalizzarle. Prima o poi questa seconda eventualità si realizzerà. Dunque possiamo archiviare il pareggio di Salerno in maniera sicuramente positiva. Può essere il risultato in grado di dare la scossa perchè la formazione giallazzurra acquisti una maggiore autostima dei propri mezzi tecnici e agonistici che gli addetti ai lavori le riconoscono.
Insomma è un pareggio che, se smuove di poco una classifica ancora troppo penalizzante, ha il sapore di una vittoria che la squadra di Alessandro Nesta avrebbe meritato. Senza far gridare allo scandalo. Troppa è stata la differenza che la partita dell'Are chi ha evidenziato tra le due squadre in campo. Anche sul piano della tenuta. Se una formazione doveva scomparire dal campo era pensabile che dovesse essere quella che, dal 28° minuto del primo tempo, ha giocato in dieci.
Non è stato così e, quindi, possiamo aggiungere che lo staff tecnico del Frosinone è stato bravo anche a presentare in campo giocatori in grado di esserci fino al termine della partita. Ricordando a tutti che il Frosinone, sulla via della ripresa, si è imposto solo in una battaglia anche se importante. Da vincere c'è ancora molto di più.