La richiesta del presidente Maurizio Stirpe già prima che la matematica condannasse la sua squadra al ritorno in Serie B era stata chiara: «l'obiettivo minimo da conquistare è quello dei trenta punti». Un'ipotesi questa, che alla luce della sconfitta subita dal Frosinone domenica allo "Stirpe" contro l'Udinese, appare a questo punto quasi impossibile da realizzare. A meno che i canarini domenica prossima non riescano ad espugnare il "Meazza" al cospetto di un Milan che è in piena corsa per il quarto posto finale.

Se poi aggiungiamo che la scorsa settimana il patron aveva anche aggiunto che le ultime tre partite avrebbero rappresentato per tecnico e giocatori sotto contratto anche per la prossima stagione, un banco di prova decisivo, allora possiamo tranquillamente dire che il Frosinone ha per il momento fallito il primo esame in vista del futuro. Perché nonostante la richiesta di Stirpe, la squadra vista in campo contro i friulani non ha certo dato vita a una gara fatta di massimo impegno, grinta e determinazione. Al contrario ha, invece, giocato solo a sprazzi. Anche se, a onor del vero, va anche sottolineato che qualche buona occasioni da rete Ciofani e compagni l'hanno anche creata.

Baroni è sembrato puntare sui giocatori del...futuro
Non sappiamo se alla luce della parole del presidente Stirpe o soltanto per un semplice caso, sta di fatto che inizialmente contro l'Udine se, Baroni ha schierato in campo ben otto giocatori sui quali a livello di contratto il Frosinone potrà contare anche nella nuova stagione. Ci riferiamo a Bardi, Brighenti, Ariaudo, Capuano, Beghetto, Paganini, Ciano e Ciofani. Gli altri tre, vale adire Pinamonti, Valzania e Sammarco sono al contrario in prestito (i primi due) o concontratto in scadenza giugno 2019 (l'ultimo). La risposta che ha ricevuto non è stata, come detto, esaudiente. Ma una piccola giustificazione può comunque starci ed è quella che deriva dalle motivazioni. Aspetto fondamentale in una partita di calcio e non solo.L'Udinese ne aveva da vendere e il Frosinone al contrario, zero. L'impagabile curva applaude. 

La tribuna contesta Baroni
E a rendere piùveritiera l'ipotesi di una partita non giocata al massimo dal Frosinone solo in virtù della mancanza di motivazioni, c'è stato il solito impagabile comportamento della curva nord, che a fine gara ha comunque applaudito i propri beniamini. Lo stesso non si può dire, invece, della tribuna centrale, che ha accompagnato con fischi i momenti in cui i canarini sembravano non sapere che fare e, soprattutto, "invitato" in più di un'occasione il tecnico Baroni ad andare via. E a proposito di ques t'ultimo, è in dubbio che dopo una prestazione non certo sufficiente come quella di domenica, la sua posizione resta sempre più in bilico.

Perché inutile negarlo, qualcosa in più da lui ci si aspettava. Quantomeno a livello di gioco. Invece l'ex trainer del Benevento non ha fatto altro che proseguire sulla strada tattica intrapresa da Longo, "rinnegando" quello che era stato il suo credo in passato, sotto questo profilo. E anche se la rosa del Frosinone era composta da calciatori in grado di giocare ad esempio con la difesa a quattro (Zampano o Molinaro, solo per fare due nomi davano molte più garanzie con questo modulo) e soprattutto c'è stato un mercato di gennaio in cui Baroni avrebbe potuto rimodellare la rosa con l'arrivo di giocatori adatti al suo credo calcistico, lui ha perseverato con il 3-5-2 come una sorta di Ponzio Pilato.