Se il calcio è ancora uno sport, Aurelio De Laurentiis ha preso una bella cantonata. Come dire: alle olimpiadi possono gareggiare solo gli atleti in grado di arrivare primi. Tutti Usain Bolt o FedericaPellegrini. Impossibile. Insomma, il patron del Napoli e dei cinepanettoni sembra avere le idee confuse. Se poi il calcio deve essere ritenuto solo puro business, allora è un altro discorso. E poi c'è la forma che spesso è sostanza e in questo caso l'auto gol di "ADL" è doppio.

Un'entrata a gamba tesa gratuita nei confronti di una società, di una tifoseria e di una terra. Comunque sia l'intervista del presidente azzurro al New York Timesha provocato un vero e proprio incendio. Aurelio De Laurentiis in un colloquio con la giornalista Rory Smith, corrispondente inglese del giornale statunitense, ha riproposto la questione della presenza delle piccole squadre in serie A che non renderebbero il campionato competitivo e toglierebbero risorse alle big. Stessi concetti che espresse Claudio Lotitonella famosa telefonata con Pino Iodice, all'epoca dg dell'Ischia. La polemica è esplosa fragorosa con la risposta piccata del presidente MaurizioStirpe. Anche sui social il dibattito si è acceso. In molti (compresi diversi tifosi azzurri) hanno attaccato De Laurentiis. E preso le parti del Frosinone.

L'intervista incriminata
«Per me se finisci primo prendi 100, se finisci secondo 50 e così via, ma se arrivi ultimo devi pagare una multa - ha detto De Laurentiis - Perché un club come il Frosinone deve giocare in serie A e avere una fetta della pagnotta? Se non possono competere, se finiscono ultimi, dovrebbero pagare una multa. Non dovrebbero ricevere denaro per un fallimento sportivo».
"ADL" aggiunge: «La promozione e la retrocessione sono la più grande idiozia nel calcio. Soprattutto quando anche la Uefa ha cercato di costringere i club a rispettare il fair play finanziario. Le società dovrebbero essere strutturate geograficamente in modo da essere autosufficienti. Se non possono sopravvivere finanziariamente, dovrebbero essere espulse».

La replica di Stirpe Dura la risposta del presidente giallazzurro. «Mi sembrano dichiarazioni di una persona che ha la sindrome di Napoleone dice Stirpe a CalcioNapoli24.it Nella vita ancora prima che nel calcio serve rispetto e io qua non ne vedo: invece bisognerebbe averne sempre per gli avversari, lo sport deve insegnare questi valori. Se invece lo sport insegnai valori della prepotenza queste dichiarazioni si commentano da sole e le rispedisco al mittente. Arrivano parole da parte di persone che non hanno vinto niente e mi sembra anche velleitario».

Maurizio Stirpe rincara la dose: «Abbiamo il progetto di crescere in modo sano e attraverso i nostri mezzi - aggiunge. Noi mettiamo i soldi nel calcio e non li prendiamo. Siamo stati capaci di realizzare uno stadio mentre altri che hanno risorse ben più importanti non hanno regalato alla città un'infrastruttura del genere». Secondo Stirpe il calcio italiano deve prendere come punto di riferimento quello inglese, tedesco o francese: «Lì non ci sono differenze, lì tutti possono vincere i campionati. Non come capita in Italia dove i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Bisognerebbe ridurre le risorse a squadre come il Napoli ed aumentare quelle a club come il Frosinone».

«Purtroppo non è equa la distribuzione dei diritti tv - continua Stirpe. Infatti in Italia da 7 anni vince sempre la stessa squadra. In passato con la legge Melandri assegnarono alla serie B il 7,5% dei contributi. Ma la norma non è stata mai rispettata. Ridurre il numero di società? Non serve a nulla. Il campionato inglese funziona a 20 squadre. Mi fate ridere quando parlate di competizione. Non può essere così se una squadra prende 160 milioni e un'altra 28. Il calcio non è diverso dagli altri settori e le piccole società non hanno peso politico per cambiare le cose. Le affermazioni di De Laurentiis sono gratuite e dovrebbe vergognarsi. Una mancanza di rispetto da parte di gente cafona. Non prendo lezioni da chi non ha vinto nulla. In Lega non ci vado perché non si possono esprimere liberamente le idee. Conta la legge del più forte».

L'intervento del sindaco
« L'offesa che De Laurentiis ha riservato alla squadra giallazzurra e al concetto della sportività del calcio italiano, non sorprende chi ha avuto modo di conoscere quanto il suo finto aplomb da noblesse oblige faccia sorridere più dei comici dei suoi film – ha detto l'avvocato Nicola Ottaviani, riferendosi a De Laurentiis – Del resto, è goliardico vederlo mentre cerca di giustificarsi davanti ai giornalisti europei, quando sono costretti ad appoggiarsi sui muretti di cemento "sgarrupato" o vicino ai ferri in piena mostra durante le partite di Champions, mentre cerca di convincerli di non trovarsi su "Scherzi a Parte" ma in uno degli stadi della massima competizione europea.

E, poi, non mi sembra che abbia messo mano al portafoglio per costruire un nuovo stadio insieme al Comune di Napoli, mentre si limita a comprare pagine intere di quotidiani per addossare le colpe dello scempio del San Paolo a De Magistris, secondo il pessimo vezzo di chi, piangendosi sempre addosso, scarica la colpa sugli altri. De Laurentiis ha solo una grande fortuna, che è quella della ricchezza dei numeri e della passione del popolo napoletano che, tra la partecipazione in massa nel rudere dello stadio e gli abbonamenti tv, genera nelle tasche del presidente cifre inimmaginabili per quasi tutte le squadre della serie A. Il popolo napoletano e la Napoli calcistica, quella fiera e orgogliosa, meritano di più, soprattutto onorando l'esempio di un gran signore dello sport, come Corrado Ferlaino, presidente dialtra levatura e generosità».