La pesante sconfitta (non dal punto di vista del risultato in e per se) subita dal Frosinone nella gara d'esordio alla nuova stagione (terzo turno di Coppa Italia) contro il Sudtirol, apre tantissimi punti interrogativi su quello che potrà essere il cammino dei canarini nel prossimo campionato di Serie A che si apre tra meno di una settimana (l'esordio per l'undici di Moreno Longo è previsto lunedì 20 a Bergamo contro l'Atalanta). Perché è fuori discussione che il Frosinone visto domenica sera sul neutro del "Vigorito" di Benevento è apparso squadra senza nè capo nè coda. Lento nella manovra, poco determinato, senza qualità nel gioco, ma soprattutto privo di amor proprio. Caratteristica quest'ultima che da molte stagioni a questa parte aveva contraddistinto i canarini facendone il punto di partenza per il raggiungimento di traguardi storici.
Certo, qualcuno potrebbe obiettare che stiamo parlando di una squadra nuova per sette undicesimi (almeno quella scesa in campo domenica) rispetto alla compagine che aveva trionfato nell'ultimo campionato di Serie B seppur attraverso i play off, ma a questo punto la domanda è semplice: sicuro che le new entry valgono di più di quei calciatori che sono stati mandati via o stanno per farlo? Un mio amico in là con gli anni e quindi saggezza da vendere, mi ripeteva spesso: "se devo cambiare Peppe con Peppe mi tengo Peppe mio".
Il Frosinone ha deciso di impostare la nuova stagione, per voce del suo presidente Maurizio Stirpe, rinnovando per oltre metà dei calciatori la rosa di squadra che aveva vinto i play off di Serie B. L'obiettivo dichiarato era quello di puntare su calciatori di provata esperienza per la categoria e, nella prima parte di calcio mercato, all'intento avevano fatto seguito i fatti. Alla corte di Longo, infatti, erano arrivati l'estremo difensore Sportiello e il difensore esterno di sinistra Molinaro.
Di lì in poi, vale a dire per quanto riguarda le altre sette new entry, la politica del "giocatore esperto e di categoria" ha cominciato a tentennare. Escluso Hallfreddson e in parte Perica e Goldaniga, tre calciatori che a Benevento non sono apparsi in condizione ma che potenzialmente possono rispondere ai requisiti stabiliti dal presidente Maurizio Stirpe prima del via della campagna acquisti, ci sono poi stati gli arrivi di Ghiglione, Crisetig, Salamon e Iacobucci. Un poker di gente che per caratteristiche tecniche non è fin qui apparso in alcun modo superiore ai vari Matteo Ciofani, Maiello, Ariaudo o Vigorito.
Se a tutto ciò aggiungiamo che durante il periodo di preparazione svolto in Canada, buono sotto il profilo del lavoro atletico e tattico, ma niente più, il Frosinone non ha praticamente mai avuto l'occasione di misurarsi con squadre all'a ltezza e quindi in grado mettere in evidenza i tanti problemi che sono venuti fuori nella sfida del "Vigorito" contro il Sudtirol (le gare della tournée sono state definite da mister Longo delle semplici scampagnate), ecco spiegata la brutta prestazione di domenica sera e conseguente uscita dalla Coppa Italia.
A questo punto la domanda sorge spontanea: quanto tempo ci vorrà al Frosinone per diventare una squadra vera? Quanti punti bisognerà prima lasciare sul campo nelle gare di inizio campionato? A quel punto ci sarà ancora tempo sufficiente per recuperare il terreno che verrà perduto? Al presidente Maurizio Stirpe, al tecnico Moreno Longo e a tutto il resto della società l'ardua sentenza. Tra meno di una settimana ci sarà l'esordio in campionato in trasferta contro un'Atalanta in forma smagliante. Poi il Bologna in campo neutro e a porte chiuse, la Lazio in trasferta, la Sampdoria e la Juventus in casa e la Roma all'Olimpico. Riusciranno i nostri eroi in questo lasso di tempo per nulla ampio a completare meglio di come sta accadendo l'attuale rosa e subito dopo l'allenatore e il suo staff a far diventare un gruppo di calciatori una squadra? Solo il tempo potrà dircelo. E speriamo che sia...galantuomo.