Brutte notizie in casa Parma, la Serie A appare in forte rischio. A sganciare la bomba è la procura federale che ha chiesto 2 punti di penalizzazione per il club ducale relativi all'annata sportiva 2017/2018. L'alternativa sta, invece, nel decurtamento di 6 punti per il campionato alle porte, conservando però la massima categoria. La causa è il presunto illecito compiuto da Emanuele Calaiò in occasione del match Spezia-Parma della scorsa stagione del campionato cadetto. La società risponde per responsabilità oggettiva. Per quanto riguarda l'attaccante sono stati richiesti 4 anni di squalifica e 50mila euro di multa. Se il Tribunale Figc accogliesse le richieste della procura federale guidata da Giuseppe Pecoraro, il Parma con -2 sulla prossima stagione scenderebbe a quota 70 e perderebbe dunque la promozione in serie A conquistata direttamente, lasciando così la strada libera al Palermo che aveva chiuso laregular season al quarto posto, a quota 71 lunghezze.

Calaiò si difende
Durante il processo davanti al tribunale Federale Nazionale della Figc, Emanuele Calaiò dichiara: «Ho passato un'estate orribile, è la prima volta che mi trovo dentro queste mura. Non sono mai stato coinvolto in niente e non mi aspettavo nemmeno di arrivare a questa situazione per dei messaggi innocui, stupidi e soprattutto scherzosi che non avevano un secondo fine». «Non ho mai pensato minimamente di alleggerire l'andamento della partita (contro lo Spezia, ndr) né la prestazione dei miei avversari», aggiunge l'atleta. «Vorrei finire la mia carriera come l'ho iniziata, dando tutto me stesso in campo e fuori. Sono una persona pulita e non voglio che la mia carriera venga macchiata da queste situazioni, mondi completamente diversi che non mi appartengono. Faccio fatica anche a parlare, perché sono veramente amareggiato e non pensavo di arrivare a questo punto», continua l'attaccante. «Sui giornali - conclude Calaiò - sono state pubblicate le mie foto, come se fossi un criminale, mi sono dovuto giustificare con i miei figli anche piangendo perché i loro compagni di scuola chiedevano cosa fosse successo: è bruttissimo e non lo auguro a nessuno».