Se dopo il pareggio di Empoli non avevamo avuto dubbi ad esaltare comunque la prova del Frosinone che per novanta minuti aveva dominato in largo e lungo il quotato avversario, dopo il nulla di fatto di sabato pomeriggio al "Benito Stirpe" con i Cesena, non possiamo allo stesso modo esimerci dal criticare una prestazione che, al di là del risultato (così come era accaduto nel giorno successivo alla trasferta di Toscana), ci è apparsa incolore. Tutte quelle caratteristiche che per diverse stagioni hanno contraddistinto i calciatori del Frosinone, vale a dire grinta, rabbia, determinazione e voglia di vincere ad ogni costo, ahimé sabato pomeriggio ci è sembrato appartenessero soltanto alla squadra di Fabrizio Castori.
Condivisibili solo in parte le dichiarazioni di Longo Al termine della sfida contro i romagnoli il tecnico dei canarini Moreno Longo ha analizzato la stessa in tutto l'arco dei novanta minuti più recupero e dichiarato insoddisfazione soltanto per il modo assurdo in cui i suoi ragazzi hanno subìto la terza rete degli ospiti. E qui non possiamo che essere concordi al 100%.
Ma a nostro modesto modo di vedere una squadra come il Frosinone, contro un avversario di valore assolutamente minore e in inferiorità numerica per quasi un'ora, non può arrivare in zona Cesarini avanti di una sola rete. E questo è accaduto non soltanto per una questione di concentrazione. Certo, il primo e secondo gol dei cesenati sono scaturiti da errori dovuti appunto a distrazioni, ma una volta trovato il 2 a 2 a un quarto d'ora dall'intervallo, alibi di questo tipo non hanno più valore.
Condivisibile la scelta tattica Non i cambi effettuati Cosa è mancato al Frosinone nell'ora di superiorità per non riuscire a chiudere la partita in maniera definitiva ben prima della rete di Jallow? Per quanto ci riguarda, idee e gioco.
Pienamente in accordo con Longo quando dopo 4' della ripresa decide di passare alla difesa a quattro. Inutile restare con tre centrali del pacchetto arretrato quando il Cesena, una volta rimasto in dieci uomini, ha abbassato il trequartista Laribi sulla destra del quartetto di mediana e in avanti ha provato a tenere alta la squadra con il solo Jallow. Completamente in disaccordo, invece, quando abbiamo visto alzare dal quarto uomo il tabellone con illuminato il numero 23: Brighenti.
Perchè togliere l'unico dei tre centrali con piedi buoni, fondamentali nel giro palla con l'uomo in più? Nemmeno a farlo apposta il Cesena si è abbassato talmente tanto che quasi sempre Krajnc si è ritrovato ai venti metri tutto solo con palla tra i piedi ma poche idee e troppa lentezza. E poi il secondo cambio. Gori subisce un colpo ed è costretto ad abbandonare. In quel momento la squadra sta giocando con il 4-3-1-2 e il centrocampista di Tecchiena interno di destra. La logica, quindi, direbbe dentro Besea. Ma Longo preferisce un giocatore più offensivo, Matarese, e può starci. Ma perché in un ruolo non suo, ossia con gli identici compiti di Gori? La corsia laterale, la corsa e il dribbling, sono il pane quotidiano di questo interessantissimo giovane, ma qualità impossibili da esprimere in mezzo al campo contro una squadra con le due linee praticamente "incollate".
Perchè non accentrare Soddimo al fianco di Maiello, che comunque va sempre a cercare palla in quella zona di campo, allargando Dionisi o Ciano su una corsia e Matarese sull'altra, in un semplice 4-2-3-1 capace di avere qualità per provare a sfondare in mezzo e velocità per farlo sulle corsie esterne? Domande la cui risposta oggi sarebbe comunque inutile, ma che possono servire in futuro magari per non commettere gli stessi errori.