Non c'è obiettività in tutti quelli che al termine della gara pareggiata venerdì dal Frosinone a Empoli si sono lasciati andare a critiche di ogni sorta. Da quelle su alcuni singoli, fino ad arrivare a rievocare fantasmi di un passato che, per quanto ci riguarda, non ha nulla a che fare con il presente. In loro non c'è obiettività. Perchè la partita del "Castellani" va analizzata sugli interi 95' e non sui 5' del recupero. E allora cominciamo con il dire che, sul campo di una delle maggiori pretendenti all'ascesa in A, il Frosinone ha giocato per novanta minuti una gara vicina alla perfezione sotto tutti i punti di vista. Dominando per lunghi tratti l'avversario e, per il resto, controllandolo senza affanni. Basta pensare che fino al 90' Bardi aveva compiuto una sola vera parata su Donnarumma nel primo tempo, mentre la rete dell'1-3 era arrivata su uno sfortunato autogol di Bardi che, tra l'altro, sul colpo di testa da parte di Di Lorenzo era coperto da Donnarumma in netto fuorigioco davanti a lui. Ma questa è un'altra storia alla quale il Frosinone, purtroppo, è abituato. Nell'occasione, però, l'errore della terna (l'unico forse oltre al cartellino non sventolato dopo tre minuti di partita a Di Lorenzo per gomitata volontaria al volto di Dionisi), ha inciso davvero poco. Perché comunque i canarini hanno continuato a gestire il doppio vantaggio in assoluta tranquillità.Come detto, fino al novantesimo.

E poi cosa è accaduto?
È questa la domanda che da venerdì sera sentiamo e ci sentiamo ripetere in continuazione. La nostra risposta, e sia ben chiaro, può tranquillamente non essere accettata, è che una serie di situazioni diverse hanno portato al rocambolesco pareggio dell'Empoli. Cominciamo dall'aspetto mentale. Nel momento in cui il signor Piccinini ha decretato i cinque di recupero, probabilmente il Frosinone ha pensato che ormai fosse fatta. Se l'avversario non era stato capace di impensierire la retroguardia giallazzurra in novanta minuti, avrebbe potuto farlo in cinque? Questo non vuol dire che i canarini sono usciti dalla partita, ma di certo hanno un po' allentato la presa. Prova ne è una punizione decretata proprio allo scadere a favore dei ciociari, che Beghetto ha calciato in "meta" piuttosto che giocare palla, magari con Maiello, e spegnere lì ogni velleità di rimonta da parte degli avversari. E invece sulla ripartenza l'Empoli hatrovato la rete del 2-3 e ha ripreso a crederci.

Un errore imperdonabile
Un gol, il primo di Caputo, che deve far riflettere per il modo in cui è stato preso. Un normale giro palla al limite da parte dei toscani con difesa canarina schierata, sul quale Russo, centrale di difesa dopo l'uscita di Ariaudo per infortunio (il nostro unico rimprovero a Longo visto che avremmo preferito Brighenti in mezzo e il neo entrato sul centro destra) sale in pressing fino al limite dell'area senza motivo lasciando un buco al centro. Quisi infila il cross di Luperto,con Krajnc che a quel punto arriva in ritardo per intercettarlo o quantomeno mandare in angolo, Bardi che resta incredibilmente sulla linea di porta e Beghetto parte troppo largo per chiudere la diagonale su Caputo.

Il 3 a 3 solo semplice sfortuna
E poi il gol del pareggio. Difesa giallazzurra che su calcio d'angolo si schiera come sempre principalmente a zona (solo un paio di marcature a uomo) e palla che dopo una deviazione arriva all'altezza del secondo palo dove, se da una parte Beghetto non ha la giusta esperienza per tenere lontano dalla sfera Caputo, dall'altra è innegabile che l'attaccante dell'Empoli colpisce la palla in maniera incredibilmente fortunata. Nell'impatto stesso e nella traiettoria. E se non è sfortuna questa.