L'arrivo in auto, a piedi, con l'autobus con il "teatro dei sogni" all'orizzonte. L'uscita dai tornelli. La camminata con l'adrenalina che inizia a salire per l'emozione di entrare. Gli steward davanti all'ingresso. I controlli infiniti. Lo strappo del biglietto. E poi "il tempio".
L'emozione? Una sensazione unica che si prova nel momento in cui si vede quel rettangolo verde, davvero eccezionale. Un rettangolo che, per la prima volta, dopo 83 anni, non sarà quello del "Comunale". Questa sera sarà così. E l'emozione sarà ancora più grande, perché dopo 45 anni, il vecchio "Casaleno", ribattezzato stadio comunale "Benito Stirpe", ospiterà la prima gara ufficiale di una formazione senior del Frosinone, che godrà anche di una lunga diretta di Sky che vorrà omaggiare la nuova opera.
Il gioiello, o l'astronave come qualche tifoso più romantico l'ha voluto subito definire, brillerà nella notte di Frosinone, sperando anche di festeggiare l'ennesima impresa dei giallazzurri che sfideranno la Cremonese. Un catino ribollente, che incute timore agli avversari perché così è stato pensato e progettato lo "Stirpe", per essere il dodicesimo uomo in campo in grado di sostenere gli eroi canarini nei momenti di difficoltà, di spingerli alla vittoria nell'attimo decisivo e di instillare il germe della paura all'antagonista con il suo ruggito a chi si aggira sul rettangolo verde come una persona sperduta nella fossa dei leoni.
Sedicimila cuori pulsanti, sedicimila voci all'unisono per un unico obiettivo.
Ma che cos'è il "Benito Stirpe"? È un valore sociale, economico e architettonico-ingegneristico. Un impianto di terza generazione, tutto coperto, rispondente a tutti i canoni imposti dalla Uefa, con diversi comfort per i tifosi. Una struttura moderna da far invidia a tante altre realtà.
La nuova casa dei leoni giallazzurri ha una capienza di 16.125 spettatori (63 posti per persone con disabilità), di cui 3.808 da ospitare nella tribuna centrale ristrutturata (18 per i portatori di handicap) e 12.317 nel semianello formato da tribune metalliche disposte su 18 file, con un settore rettilineo frontale e parallelo alla tribuna centrale, composto da "tribuna distinti" (4.517 spettatori, 17 posti per i disabili), da due settori contrapposti, ortogonali alla due tribune "centrale"e"distinti", individuati come "curva nord" (3.920 posti a sedere, 17 per i portatori di handicap) e "curva sud" (2.845 spettatori, 11 per persone con disabilità), e un settore ospiti (1.035 posti). E ancora, sky box, area hospitality e una miriade di comfort come si vedono solo negli stadi inglesi. Poi, il valore nascosto, forse quello più importante. Per una volta, e si spera non sia l'ultima, Frosinone ha saputo dare una lezione a tutta l'Italia anche a quelli che con tanta prosopopea sbandierano progetti faraonici che non approdano a nulla.
Lo stadio "Benito Stirpe" è un'opera di proprietà pubblica, completata e gestita da un privato, figlia dell'intelligenza, della laboriosità di amministratori, professionisti e semplici operai di questa terra, perché il know how e la manifattura sono tutti made in Ciociaria.
Un valore questo prima economico e poi sociale. E adesso tutti in religioso silenzio ad ammirare un gioiello che illuminerà una splendida notte. Perché al di là di tutto, la città, il club e i tifosi hanno già vinto la loro partita. Ed oggi Frosinone potrà guardare tutti dall'alto verso il basso e sentirsi la più bella del reame e per una volta tanto sentirsi invidiati da tutti e non invidiare gli altri.