La Spal è in mare aperto, va come una nave da crociera, non le sente nemmeno le onde che si infrangono sul suo scafo. Il Verona dopo aver sverniciato da poppa il nome di favorita numero uno, si è rimessa a favore di vento, uscendo con pazienza dalla tempesta in cui era finita. Il Frosinone, quando è stato il momento di inserire il pilota automatico, dopo i due strattoni dati al motore per battere ferraresi e veneti, si è ritrovato con poco carburante nel serbatoio. Non sufficiente per continuare a navigare con i giri prossimi al taglio del limitatore ed ha dovuto rallentare.
Ascoli, Avellino, Novara, Ternana, ne hanno messo in luce la fragilità psicologica di chi improvvisamente, dopo essersi abituato a velocità sostenute, deve arrivare a tagliare il traguardo gestendo le energie, tappando le falle, sperando che aria e mare non si mettano di traverso. E invece in Serie B, così come in navigazione, il clima può cambiare all'improvviso. E' quanto avvenuto e la primavera del Frosinone si è trasformata in un incubo.
Le tre di testa hanno avuto tutte dei cicli particolari, hanno perso punti per strada, hanno dovuto rallentare. Frosinone ha frenato una volta di troppo. Ci stava dopo la vittoria sul Verona, non doveva succedere dopo il successo sulla Spal. E il vistoso calo psico-fisico delle ultime giornate cade anche nel momento meno opportuno. Nel finale di campionato e (doppia sfortuna) e nella fase di pieno recupero degli avversari.
In due turni il Verona prima aggancia i canarini e poi li stacca andando a vincere una difficilissima partita al San Nicola, in dieci. La Spal, così come avvenuto con il Trapani, vince in rimonta (stavolta anche in dieci), continuando a divertire e divertirsi. E a trovarsi a suo agio dentro gli abiti della matricola terribile. Anche la squadra di Pecchia ha dovuto prima scrollarsi di dosso l'etichetta di predestinata per poi cominciare a giocare con tranquillità. Il Frosinone quella etichetta invece non l'ha mai sopportata.
A inizio campionato quando appena scesa dalla A faticava a produrre gioco, nel mezzo quando è incappato nel doppio stop Vercelli-Entella, dopo la grande vittoria sul Benevento, ancora quando è tornato primo scavalcando Antenucci e compagni. Quasi non riuscisse a gestire le emozioni e la pressione dello stare davanti a tirarsi da solo la volata... Buon per il Frosinone che per larga parte del campionato dietro non ne abbiano mai approfittato, buon per lui che in questo rush finale sia venuto completamente meno il Benevento. Ma adesso la fortuna chiede il conto. E con gli interessi. Spietata. Reclamando per altri i primi due posti. E condannando i canarini a dover sperare nei passi falsi delle concorrenti. Conquistare la A senza passare per il labirinto playoff non dipende più solo dal Frosinone...
Calcio - Nella rincorsa alla Serie A ora non dipende più soltanto dal Frosinone
A Terni ancora una prestazione a bassi giri. La primavera non sorride ai canarini
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