Con un nome dall'origine così antica, germanica, le cui radici, unite significano "potente in pace", non poteva non prendere per mano la squadra nel momento (forse) di maggior bisogno. Frithurik, il Federico moderno, se l'è caricata sulle spalle. L'ha trascinata ad una vittoria che manca- va da un po', ha messo il timbro sulle cartoline spedite alla Spal ed al Verona ("Ci siamo anche noi per la A, non dimenticatelo. Saluti"), si è portato il pallone a casa.

Tanta roba per un attaccante capace come pochi altri in Serie B di cambia- re volto ad una gara che rischiava di impantanarsi nelle paludi del pareggio. Federico è questo e molto altro. È carattere ribelle, è attaccante tutto istinto e tutto talento. Non è catalogabile. Piedi da trequartista, polmoni da mediano, visione di gioco da regista. Tutto il vasto campionario esibito ieri al Comunale. Dove il Frosinone cercava una vittoria a tutti i costi. Una vittoria al di là del gioco, al di là della tattica. Una vittoria che nei piani poteva portare a riagganciare una Spal che era impegnata sul difficile campo del Carpi. E che invece è stata capace di tramortire la squadra di Castori con tre colpi in rapida successione a dispetto anche di assenze importanti.

Non ha perso il treno ma ha dovuto accontentarsi di un posto in piedi il Verona che solo a tempo scaduto è riuscito ad uscire indenne dal terreno di gioco vercellese. Ecco, in un ipotetico assalto al castello, con la chiave della Serie A nascosta e ben custodita da un esercito di variabili, sono in tre a provare a turno a far saltare la catena per tirar giù il ponte levatoio. Nell'ordine attuale, Spal, Frosinone e Verona. Addendi di un'operazione matematica il cui risultato da qualche settimana è sempre lo stesso. A tirarsi fuori dalla bagarre, autoescludendosi dal novero delle belle sorprese, è stato il Benevento, che continua a pagare caro la sconfitta subita in casa contro il Bari, che ne ha affossato il morale. A proposito dei pugliesi... pareva che dopo aver "pizzicato" il Frosinone potessero rientrare in una corsa a quattro, ma la squadra di Colantuono quest'anno è ciò che più assomiglia all'elettrocardiogramma di un cuore in fibrillazione.

Standing ovation alla grande prova di Dionisi, ma vanno applauditi anche gli avversari per essere riusciti fino all'ultimo secondo a restare con la testa nel match, riuscendo pure a segnare un gol. Tra loro, l'ex di giornata, il cui nome è stato scandito diverse volte in coro: Robert Gucher. Ha lasciato un segno, Frosinone lo ha ringraziato. Lo ha applaudito. Lo ha chiamato a gran voce. Lui ha risposto. Ha ringraziato. L'austriaco che parla ciociaro porta una maglia diversa ma è sempre un bel giocatore da ammirare.