Ma quanto forte ruggisce questo leone... Sulla sommità della classifica, il "re" annuncia a tutta la vallata che (per ora) il padrone è lui. La "battaglia" (col Carpi) è vinta, la "guerra" (col Verona) volge a favore dei ciociari. Con l'autorità della squadra più forte e con la saggezza che ha maturato in anni di esperienza, il Frosinone si appropria del bastone del comando al termine di un lungo ed estenuante tira-e-molla con i veneti di Pecchia (ieri fermati dall'Avellino), scalza, al termine di un duello con le lance, forse definitivamente dalla contesa un Carpi che con il passare delle giornate sembra perdere la lucidità e la freschezza dei giorni migliori e guarda tutti dall'alto in basso.

Con tutte le precauzioni e le scaramanzie del caso, con tutti i condizionali obbligatori, con tutta la prudenza che continuerà a contraddistinguere le dichiarazioni pubbliche di staff tecnici e società, i canarini sono esattamente là dove volevano essere. Sono esattamente al posto del loro nemico (sportivamente parlando) numero uno. Possono cominciare a gestire una fase a lungo preparata da Pasquale Marino e dai suoi collaboratori, una fase che arriva a compimento di una mini rivoluzione sia nel modulo tattico sia negli interpreti che avrebbe potuto frenare gli ardori di squadra e accorciare l'affiatamente e che invece si è rivelata salutare quanto un turnover al momento giusto.

I fatti continuano a dar ragione al comandante in capo. Che dispiega le sue forze sul campo preoccupandosi di non offrire il fianco al nemico. Con il risultato di rendere pressoché perfetta la retroguardia: Ariaudo è così bravo nelle chiusure e negli anticipi che i compagni di reparto possono permettersi anche qualche licenza. Non si è fatto pregare in tal senso quel Terranova che nel primo giorno in maglia gialla al suo rientro alla base ha fatto saltare il banco bucando l'ultima linea in bianco e rosso e costringendo gli emiliani a fare una partita che non volevano fare. E infatti il centrocampo di Castori si è trovato immediatamente in difficoltà quando è stato chiamato ad impostare ripiegando spesso sul lancio lungo a pescare gli attaccanti.

Il Frosinone ha continuato a spingere cercando di fiaccare le ulteriori resistenze carpigiane nel primo tempo, poi nel secondo ha abbassato il baricentro per poi ripartire aggirando ai fianchi la squadra ospite, con le incursioni laterali di Fiamozzi e le percussioni centrali di Dionisi. Dai cui piedi uscivano dei confetti zuccherosi per Ciofani e gli accorrenti centrocampisti. Maiello ha troneggiato al centro, consentendo a Sammarco di essere più propositivo. Insomma, se non è la quadratura del cerchio, poco ci manca...