Cresce l'attesa tra la tifoseria del Leone in vista delle due conferenze stampa molto importanti che il club di Viale Olimpia ha in programma nel giro delle prossime due settimane (a giorni verranno ufficializzate le date). Una vedrà protagonista il presidente del Frosinone Calcio Maurizio Stirpe, che quasi certamente chiarirà anche il futuro del tecnico Fabio Grosso (ha il contratto in scadenza il prossimo 30 giugno), mentre l'altra il direttore dell'area tecnica Salvatore Gualtieri che illustrerà nei minimi dettagli la campagna abbonamenti in vista del terzo campionato che il Frosinone giocherà in Serie A. Un torneo che, al di là di quello che potrà accadere a livello di scelta dell'allenatore e sotto il profilo tecnico con la composizione della nuova rosa di squadra, ci aspettiamo comunque diverso, in positivo, rispetto ai precedenti. Perché le due stagioni giocate nella massima serie e chiuse con la retrocessione, sono comunque servite per maturare esperienza in un campionato di grandissimo spessore. E, di certo, aiuteranno a non ripetere più alcuni dei tanti errori commessi in passato.

La salvezza varrebbe come la conquista della champions
Qualche tempo fa il direttore dell'area tecnica canarina, Guido Angelozzi, parlando della differenza abissale tra un campionato di Serie B e uno di A, dichiarò che una salvezza nella massima serie, alla luce delle potenzialità di tante altre piazze rispetto a quella di Frosinone, sarebbe equivalsa alla conquista di uno scudetto. Non ce ne voglia, ma noi siamo dell'idea che il suo scudetto il Frosinone lo ha già vinto quest'anno conquistando appunto la promozione in Serie A al cospetto di vere e proprie corazzate. Salvarsi il prossimo anno, invece, potrebbe essere tranquillamente equiparato alla vittoria di una champions league.

Trionfo nato in ritiro a Fiuggi. Ora bisogna ripartire da lì
Quella appena chiusa è stata per il Frosinone una stagione fantastica. La più bella della sua comunque eccezionale storia calcistica dell'ultimo periodo. Paragonabile, a nostro modo di vedere, a quella che ha portato il Napoli alla conquista dello scudetto dopo ben trentatré anni. Già, perché il Frosinone, così come i partenopei, al di là dell'identico modulo tattico, è arrivato primo mettendo in campo in ogni singola gara un grande calcio. Saranno state tre o quattro su trentotto le partite in cui la squadra di Fabio Grosso non è riuscita a imporre il suo gioco e a dominare l'avversario. Così come ha fatto quella guidata da Luciano Spalletti. E poi un'altra similitudine, probabilmente la più importante, tra il Frosinone e il Napoli è che entrambi hanno costruito i loro successi fin dal ritiro grazie a un lavoro certosino sotto tutti i punti di vista. Tutte e due hanno scelto come sede della preparazione estiva, un posto vicino alle loro rispettive città (Fiuggi e Castel di Sangro) dal quale non si sono mai mosse nemmeno per giocare le amichevoli (i giallazzurri le hanno disputate tutte nella città termale e poi allo "Stirpe" una volta rientrati in sede). Proprio per non avere la minima distrazione e poter lavorare sempre al massimo. E da che mondo è mondo il lavoro paga. Sempre. E non ci riferiamo soltanto a quello atletico o tecnico-tattico, ma soprattutto a quello psicologico per costruire e amalgamare un gruppo che ben presto è diventato squadra vera, crescendo sempre più fino a dimostrarsi imbattibile o quasi.

Dal lavoro in preparazione ripartire per ripetersi
E se il miracolo promozione è nato in ritiro a Fiuggi, perché non pensare che possa accadere la stessa cosa anche per quanto riguarda quello salvezza? Se andiamo a ripercorrere i due campionati già giocati in Serie A dal Frosinone e chiusi, come detto, con la retrocessione, in entrambi si è partiti con il piede sbagliato proprio a livello di ritiro pre campionato. La prima volta i canarini di Roberto Stellone sono rimasti in zona (San Donato Val di Comino), ma hanno lavorato pochissimo a livello di tempo visto che furono l'ultima squadra di Serie A ad andare in ritiro. Per non parlare poi delle amichevoli estive giocate contro squadre dilettantistiche e quindi non in grado di far capire alla società se serviva intervenire sul mercato o meno. Del tutto diversa, ma per certi versi uguale, la preparazione estiva al secondo campionato della massima serie. E non ci riferiamo certo alla location canadese, visto che eravamo presenti e il lavoro sul campo (struttura invidiabile) che il tecnico Moreno Longo e i suoi collaboratori fecero svolgere alla squadra fu a dir poco professionale al massimo. Il problema fu che al ritorno in Ciociaria di quel gruppo ne rimase a disposizione dell'allenatore più o meno la metà, mentre altri subentrarono senza avere quindi svolto la preparazione estiva. E così quel gruppo di canarini non diventò mai squadra e i risultati di conseguenza non arrivarono, con la salvezza già quasi compromessa alla fine del girone d'andata. Ed è alla luce di queste precedenti esperienze che siamo convinti che stavolta sarà diverso. Certo, poi bisognerà costruire una rosa all'altezza e tutto il resto. Ma partire con le idee chiare, come in fondo è accaduto la scorsa estate, e come siamo certi accadrà anche quest'anno, sarà fondamentale per dare vita a una stagione in Serie A diversa da quella precedenti.