Alle 22.24 del primo maggio del ventesimo anno dell'"Era Stirpe", il Leone è uscito per la terza volta dalla gabbia della Serie B per entrare nella storia della massima serie calcistica nazionale. Lo ha fatto con pieno merito dopo aver comandato, grazie a una serie di vittorie che alla vigilia nessuno gli concedeva, un campionato che tutti ritengono non solo tra i più impegnativi da affrontare, ma anche tra i più difficili da vincere. Il Frosinone del presidente Maurizio Stirpe e dei suoi validi collaboratori a tutti i livelli, il Frosinone di Fabio Grosso e del suo staff tecnico, il Frosinone di capitan Lucioni e di tutti gli altri compagni di squadra, protagonisti delle ventuno vittorie conquistate su trentacinque incontri disputati.
Il Frosinone, infine, degli oltre quattordicimila tifosi che hanno sfidato il maltempo per incitare la squadra del cuore nella partita più importante della stagione, c'è riuscito dando ancora lustro ad un territorio troppo spesso abbandonato nell'anonimato più dannoso. In questo momento di comprensibile entusiasmo nella massa degli sportivi e negli ambienti vicini al club di viale Olimpia, vogliamo pensare che l'impresa compiuta dalla squadra di Fabio Grosso riesca anche a lenire in parte, ancorché minima, il dolore della famiglia Stirpe per la scomparsa dell'ing. Curzio.
Come pure ci ha fatto piacere l'esultanza moderata a gara conclusa della maggior parte dei tifosi, come ripetutamente hanno commentato gli inviati di Sky, raccontando tra gli stessi tifosi l'inizio di una festa rispettosa del dolore che sta ancora provando il presidente di un sodalizio che in molti ci invidiano per i risultati che continua a raccogliere con una gestione oculata e programmata nel tempo. Ci piacciono anche le parole che Fabio Grosso, finalmente non più di ghiaccio ma vinto da una manifestata commozione quando ha voluto ringraziare il presidente Maurizio Stirpe e il direttore Angelozzi. «La mia dedica – ha precisato – va alla mia famiglia, a mia moglie, che è voluta rimanere a casa, ai miei figli di cui uno era sugli spalti, agli amici anche loro presenti. Grazie alle persone che mi sono state vicino, grazie a tutti. Siamo felici e ci godiamo questi momenti ben sapendo che abbiamo compiuto qualcosa di grande».
Il calcio che vince
La promozione conquistata con tre turni di anticipo è l'esaltazione del modello di calcio che il presidente Maurizio Stirpe avrebbe voluto sempre vedere praticato dalla sua formazione. Un calcio che fosse da tutti apprezzato per la bontà e la modernità del suo gioco, insomma, che piacesse, divertisse e nello stesso tempo vincesse. La chiamata di Guido Angelozzi al vertice dell'Area tecnica è stato un segnale importante anche perché il direttore aveva le stesse idee del suo presidente. L'accoppiata è stata vincente dopo avere imboccato la strada della giusta strategia da seguire che, comunque, privilegiasse il raggiungimento di una gestione sostenibile puntando le maggiori attenzioni sullo sviluppo e sull'affermazione di una "linea verde" in grado di imporsi anche perché a contatto di calciatori di provata esperienza. Il resto lo ha fatto, poi, quel tecnico onesto, serio e soprattutto bravo che risponde al nome di Fabio Grosso. Capace soprattutto di fare proprio il programma della società fino al punto di conquistare la promozione in Serie A con tre punti di anticipo. Il direttore Guido Angelozzi è rimasto sereno e tranquillo e a chi gli ha chiesto lumi sul futuro ha risposto: «Godiamoci questi momenti perché c'è tempo di parlare di futuro. In questo momento sono soddisfatto di avere fatto felice la società, la città e tutti gli sportivi perché abbiamo fatto una impresa. Non bisogna dimenticare le che in questo campionato c'erano squadre e da Serie A che per venticinque settimane sono state dietro di noi. Non ci sono parole per elogiare il nostro tecnico e lo staff che collabora lui».