Un'altra sconfitta, la seconda nelle ultime due gare giocate lontano da casa, che il Frosinone non avrebbe assolutamente meritato. Ma se a Benevento il ko è arrivato soprattutto per colpa di clamorosi errori arbitrali, questa volta la battuta d'arresto di Cittadella è dipesa soltanto dalla formazione di Fabio Grosso. Perché non si può dominare l'avversario per un'ora e in quel lasso di tempo creare un numero incredibile di palle gol senza trasformare alcuna.

Così come non si può prendere gol a partita ormai conclusa per un'errore banale tra portiere e difensore. E poi le colpe del tecnico Ma in mezzo a tutto ciò ci sono, purtroppo, anche degli errori commessi da Fabio Grosso nella gestione dei cambi e di conseguenza della gara.
E, quindi, così come ci era parso giusto mettere in evidenza le ottime scelte che l'allenatore aveva fatto dalla panchina in altre occasioni, non ultima il sabato precedente contro il Brescia, altrettanto giusto ci sembra evidenziare gli errori che ha invece commesso al "Tombolato".

Partiamo dall'inizio. Certo, l'assenza di Kone è stata importante e sostituirlo con Lulic la cosa comunque più logica. Poi nel riscaldamento è arrivato il problema per Rohden, uno dei migliori in questa prima parte di stagione, e Grosso ha deciso di sostituirlo con Oliveri. Il ragazzo, però, nonostante la buona volontà messa in mostra, in un ruolo per nulla suo ha chiaramente faticato molto. Ciò nonostante, come detto in precedenza, nella prima ora di gioco il Frosinone ha ugualmente dominato l'avversario.

Lo ha fatto giocando un 4-3-3 meno camaleontico del solito, con Garritano che ha tenuto di più la posizione di mezzala sinistra, permettendo ai suoi di non subire l'inferiorità numerica in mezzo al campo. E così nel primo tempo Caso si è presentato due volte solo davanti a Kastrati sbagliando nel primo caso la scelta (avrebbe dovuto calciare invece che dribblare il portiere), mentre nel secondo è stato bravo l'estremo difensore in uscita. Ma il miglior Frosinone si è visto nei primi venti minuti della ripresa quando nel giro di duecentoquaranta secondi ha costruito la bellezza di altre tre limpide palle gol.

Insomma una squadra che in quel momento appariva padrona del campo e in grado di passare in vantaggio da un momento all'altro. Se nonché Grosso al minuto ventuno, ha deciso di effettuare tre sostituzioni e, soprattutto, cambiare assetto tattico. Fuori Garritano, Caso e Oliveri (i primi due erano risultati tra i migliori) e dentro Ciervo, Insigne e Bocic. Con il primo impiegatolargo a sinistra, l'ultimo a destra e l'ex Benevento sotto punta.
Insomma un 4-2-3-1 a tutti gli effetti. E da quel momento è stato il Cittadella a prendere in mano le redini del gioco.

Troppo stanchi Boloca e Lulic per tenere testa da soli ai quattro centrocampisti avversari, e canovaccio della gara cambiato del tutto. Fino ad arrivare al gol"regalato" ai padroni di casa. Ma a questo punto è inutile stare qui a pensare a quello che poteva essere e non è stato. Più giusto, come dice Grosso, guardare avanti e pensare alla prossima gara. Magari, cominciando proprio dall'allenatore che dovrà cercare di evitare certi errori.