Un altro sogno, iniziato a cullare nel momento in cui ha deciso di appendere gli scarpini da giocatore al classico chiodo e intraprendere la carriera di allenatore, si è tramutato in realtà quando ha firmato il contratto che lo ha legato al Frosinone Calcio. Stiamo parlando di Fabio Grosso, il tecnico romano di 44 anni che nella prima conferenza stampa nella veste nuova di zecca di allenatore dei canarini ha manifestato tutto il suo entusiasmo e la sua gioia per essere approdato in giallazzurro.

«Sono molto contento di essere qui e per questo ringrazio il presidente e il direttore. Frosinone è una piazza importante, una società sana e ha tutti gli altri requisiti che ho sempre sperato di trovare dove ho allenato».
Eppure come calciatore solo in una occasione ci ha giocato contro. Indossava la maglia del Chieti nella partita di Serie C2 del 7 febbraio 1999 giocata in Abruzzo e conclusa 0 a 0. Subentrò ad Andreotti al 27' della ripresa. Un altro incrocio ma come tecnico quando era a Bari. Poi più nulla. Ma torniamo alla conferenza stampa nel corso della quale ha tenuto a precisare che si accinge ad affrontare la nuova esperienza senza alcuna voglia di rivalsa dopo alcune panchina andate male.
«Ho accettato di allenare il Frosinone perchè sono convinto che possiamo fare un finale di stagione positivo. Non cerco riscatti anche perchè conosco molto bene il mondo del pallone in cui sono entrato. Ribadisco che sono felice di stare qui e voglio salutare il mio amico Nesta. Sono arrivato al Frosinone in ritardo di un anno e mezzo? Dico solo che due anni fa ho avuto un incontro con Stirpe che mi è rimasto nella testa. Qui ci sono tanti requisiti per fare bene. Una società seria, un ambiente molto bello, una tifoseria passionale. Mi piace il lavoro e spero di avere le energie necessarie per fare emergere tutte le qualità che la squadra possiede».
Non poteva mancare la domanda sul modulo. Se manterrà il 3-5-2 o lo cambierà.
«Come ho detto ai ragazzi non mi piacciono i numeri e, comunque, stravolgere le situazioni esistenti. Conosco Nesta e rispetto il lavoro che ha svolto. Siamo stati avversari molte volte e ho anche rispetto del suo modo di schierare la squadra. La mia intenzione è di conoscere il gruppo e le potenzialità di ognuno dei canarini. Per ottenere i risultati è necessario giocare da squadra. Cioè non basta essere un gruppo di validi giocatori ma per ottenere risultati di deve essere un gruppo di calciatori che rema dalla stessa parte».
Il Frosinone arriverà ai play off?
«La squadra ha grandi potenzialità ma deve venir fuori dalle attuali difficoltà in tempi molto brevi».
Ha par lato con Nesta?
«Non ancora. Ma lo farò quanto prima. Lo stimo come uomo e come tecnico. Mi dispiace per lui ma, purtroppo, il nostro ambiente è questo. Ora qui ci sono io e farò del tutto, con l'aiuto dei ragazzi, per disputare un finale di stagione degno della società».