Su quanto accaduto nell'importante Consiglio Federale di ieri e non solo, ha parlato il presidente del Frosinone Maurizio Stirpe nel corso di "Passione Frosinone", la trasmissione in onda sull'emittente ufficiale del club canarino, Radio Day. Si è partiti dalla notizia sicuramente più importante della giornata: la bocciatura netta della proposta da parte della Lega di Serie A di bloccare le retrocessione (oltre a non assegnare lo scudetto) in caso di nuovo stop definitivo del campionato. «Non avevo dubbi - ha detto Stirpe - che sarebbe passata la posizione della Federazione. Una delibera da parte di un assemblea che è solo una componente della federazione stessa, non poteva in alcun modo cambiare regole basate su principi di meriti sportivi. Spiace soltanto che in un momento molto difficile per tutti, e quindi anche per il calcio, si sia cercato di alimentare da parte della Lega di Serie A l'ennesima polemica del tutto insensata».
E proprio sul difficile momento che il calcio sta attraversando e che, purtroppo, non finirà certo in tempi brevi, ha subito dopo sottoposto la sua attenzione il massimo esponente del club di Viale Olimpia.
«Parlando del calcio professionistico, ritengo che nella nuova stagione potranno iscriversi cinquanta squadre rispetto alle quasi cento di questa ultima. Perché bisognerà fare i conti con le riduzioni dei proventi che arrivano dai diritti televisivi, con parte degli introiti degli sponsor locali, fino ad arrivare agli abbonamenti. I tifosi, probabilmente, non potranno venire allo stadio o farlo solo in maniera alquanto ridotta. Lo "Stirpe" ad esempio, con la sua capienza di 16000 posti potrebbe essere autorizzato ad accogliere un numero intorno alle 4.000 unità. Chiaramente sempre se si saranno create le condizioni per permettere che questo avvenga. Per cui ogni società sarà costretta a rivedere il proprio budget e trovare nuovi criteri di sostenibilità. E, credetemi, parliamo di una crisi che non durerà solo qualche mese ma probabilmente ci vorranno anni per tornare alla situazione che abbiamo lasciato il 29 febbraio». Tra le decisioni prese dal Consiglio Federale c'è anche quella riguardante il calcio mercato, che per la prossima stagione si aprirà il 1° settembre per chiudersi il 5 ottobre. Un mercato che, proprio alla luce di quanto detto prima sulle perdite avute dall'industria del pallone in questi ultimi mesi, sarà certamente in tono minore.
«Ci sarà un ridimensionamento. Anche se fare ulteriori previsioni ritengo sia difficile. Non ultimo perché bisognerà capire cosa succederà una volta che si torna in campo. Un conto sarà, finire la stagione e avere i verdetti dal campo e quindi poter ripartire in una situazione vicina alla normalità e un altro giocare i play off o affidarsi alla classifica cristallizzata. Per cui al momento l'unica cosa che conta è ripartire con il piede giusto e cercare di fare quanta più strada possibile».