Nel week end del 20 giugno la Serie B tornerà in campo per provare a chiudere in maniera regolare la stagione 2019/2020. Dieci le giornate ancora da giocare e quindi, subito dopo, play off e play out. Un totale di 111 partite (101 di campionato considerando anche una gara di recupero e 10 di spareggi post season per salire in A e per non retrocedere) che, si spera, potranno essere giocate fino alla fine. Del momento in generale e della situazione in casa Frosinone in particolare, abbiamo parlato con il presidente Maurizio Stirpe.

La soluzione più giusta è chiudere la stagione sul campo?
«Assolutamente sì - dice - perché soltanto così si potrà dare enfasi sia al merito sportivo che al rispetto delle regole. Al contrario, qualunque altra soluzione offrirebbe la possibilità di dar luogo a ricorsi. Come sta accadendo in quei Paesi dove si è deciso di interrompere i campionati in maniera definitiva».
Crede che sarà possibile completare il calendario prima e far giocare i play off e play out poi, o ci sarà bisogno di ricorrere al piano B (disputa dei soli play off e play out) se non addirittura a quello C (cristallizzazione della classifica al momento del nuovo stop)?
«Questo discorso dipende esclusivamente dalla curva dei contagi. Io spero che da questo punto di vista il calo prosegua e quindi ci siano tutte le condizioni per poter chiudere in maniera completa la stagione regolare prima e la post season poi».

In caso di nuovo stop del campionato e quindi dell'attuazione del piano B, è stata comunicata la formula per disputare i play off?
«Ancora no e ritengo che questo debba assolutamente avvenire prima del ritorno in campo del 20 giugno. Conoscere il format dei play off in caso di nuova interruzione del torneo, ma anche sapere cosa succederà in caso di piano C e quindi cristallizzazione della classifica, va stabilito adesso. Non certo quando si sarà tornati a giocare e l'attuale graduatoria generale potrebbe chiaramente cambiare rispetto a oggi».
Non pensa che il protocollo, così come è in questo momento (ma sappiamo che potrà essere snellito da qui al ritorno in campo per le partite ufficiali se diminuiranno ulteriormente i contagi), sia troppo difficile da seguire da parte di alcune squadre cadette?
«Diciamo che non ho intenzione di guardare in casa di altri. Certo è che l'attuale protocollo ti impone una serie di vincoli stringenti che chiamerà tutti noi a un impegno massimo per poterli rispettare. Ma siamo pronti».

Come sarà possibile effettuare tamponi ogni 48-72 ore se in tutta Italia esiste un problema legato ai reagenti?
«Io posso rispondere per quanto riguarda il Frosinone Calcio e dire che per noi questo tipo di problema non dovrebbe esistere. Ossia la struttura che abbiamo individuato per l'effettuazione dei tamponi, a precisa domanda riguardante i reagenti, ha risposto che è in grado di supportare i nostri bisogni fino al termine della stagione».
Stop di oltre due mesi e ora ripresa del campionato: cosa accadrà a questo punto per quanto riguarda gli stipendi?
«La settimana prossima incontrerò una delegazione di miei calciatori, la cui composizione sarà chiaramente decisa dagli stessi, ai quali farò una proposta e quindi cercheremo di trovare un punto di mediazione. In ogni caso è innegabile che il lungo stop ci impone oneri supplementari importanti. Ognuno per propria competenza sarà chiamato a fare dei sacrifici».

Entrando più nell'aspetto tecnico, dopo una sosta così lunga ritiene che alla ripresa del campionato molti valori verranno azzerati?
«La mia idea è molto semplice. Visto che si tratterà di una sorta di mini campionato da disputare in uno spazio temporale alquanto ristretto, chi potrà contare su una rosa abbastanza ampia a livello numerico e allo stesso tempo dotata di buona qualità, sarà avvantaggiato rispetto ad altre squadre. E da questo punto di vista ritengo che il Frosinone ha i requisiti giusti per potersi giocare bene tutte le sue chance».