Ora è ufficiale: l'estremo difensore Cristian Cuomo ha appeso gli scarpini al chiodo. Lo ha fatto con la tristezza nel cuore e non potrebbe essere altrimenti, ma al ciclo biologico della vita, purtroppo, non sfugge nessuno. Pur essendo un giocatore integro fisicamente, gli anni passano e Cuomo prima o poi avrebbe dovuto prendere questa decisione. Siamo convinti che lo ha fatto nel momento giusto ed in noi c'è la certezza che rimarrà comunque nel mondo del calcio. In quale veste, con quale mansione non possiamo saperlo ma l'amore per questo sport lo porterà a rimanere nell'ambiente.

Abbiamo lasciato a lui il compito di annunciare l'addio al calcio giocato con le lacrime agli occhi: «Dopo 30 anni trascorsi a giocare a pallone ho deciso di dire basta. Sono stati anni intensi, bellissimi, nei quali ho fatto tante esperienze, conosciuto persone fantastiche. La decisione presa non è legata alla mancanza di stimoli ma al fatto che nel calcio moderno c'è troppa approssimazione e poca programmazione. Mi avrebbe fatto piacere chiudere in maniera diversa con il calcio giocato ma evidentemente doveva andare così. Spero solo di superare in fretta questo dolore che porto dentro di me». È passato poi ai saluti, quelli veri, quelli riferiti a persone e società che gli fanno tornare in mente momenti indimenticabili: «Un abbraccio va a tutte le squadre di cui ho fatto parte; in modo particolare al Boville Ernica, al Terracina, al Morolo, dove ho vinto due campionati di cui uno incredibile, al Gaeta e all'Isola Liri dove ho iniziato a giocare ad alti livelli. Ringrazio innanzitutto i miei genitori che hanno sempre sostenuto le mie scelte, incoraggiandomi nei momenti di difficoltà. Del mondo del calcio ringrazio, in primis, gli allenatori dei portieri che mi hanno allenato: da mister Garibaldi al grande Bruno Giustini, che purtroppo non è più tra noi, da Domenico Costantini, fondamentale per la mia crescita fisica ma soprattutto mentale, a Vittorio Mollo, colui che mi ha praticamente cresciuto. Ringrazio i tanti tecnici di spessore che ho avuto in questi anni ed in particolare: Ezio Castellucci, Antonio Gaeta, Mario Del Signore, Felice Melchionna, Oberdan Biagioni, Alessandro Cucciari, Daniele Scarfini e Fabrizio Perrotti. Ringrazio i preparatori altletici, Vito Scala, Costantino Coratti, Patrizio Ianni, Simone Paris, Michele Zizzi, Angelo Casalese e tanti altri. Ringrazio i fisioterapisti, dei quali, fortunatamente, ho avuto poco bisogno, ed i presidenti, quelli bravi ed onesti». E il suo futuro? «È presto per dirlo ma l'importante sarà vivere ogni esperienza con l'entusiasmo di trenta anni fa».