Anno solare agli sgoccioli e campionato fermo: si tirano le somme anche in casa Cassino di un ottimo 2017. Il bilancio per la formazione dell'abbazia non può non registrare un deciso attivo alla luce della cavalcata vincente che ha portato all'approdo in Serie D della prima parte dell'anno, e la stabilizzazione nei quartieri alti nella stessa Interregionale della seconda metà. «Più di questo non potevamo fare - sono le risolute parole d'esordio del presidente del Cassino, Nicandro Rossi. Abbiamo dominato e vinto un campionato delicato e non affatto semplice. Nel calcio non basta solo mettere mano al portafoglio per vincere, servono diverse altre variabili. Neanche la Terza Categoria si primeggia solo perché si è investito tanto. Quello che dico è dimostrato ancora una volta dai fatti, prendiamo ad esempio le due formazioni di Pomezia (Unipomezia e Pomezia Calcio, squadre entrambe appartenenti al campionato di Eccellenza di quest'anno, ndc) nonostante abbiano speso fior di migliaia di euro non riescono ad imporsi come vorrebbe il pronostico. L'investimento non è sinonimo di vittoria ma dietro c'è tutto un lavoro che siamo stati bravi a svolgere per quanto ci riguarda».

Un Rossi a cui non avrebbe potuto chiudere di più alla squadra di allora Ezio Castellucci che conseguì agli albori del 2016 anche la Coppa Italia regionale. «A bocce ferme devo dire che sono stato molto soddisfatto del lavoro proprio di Castellucci che reputo un ottimo allenatore. Con lui non si è trovata la sintesi, succede nel calcio, ma ora sono contento dell'approdo di Corrado Urbano».
Questo è lo spunto per parlare della seconda parte dell'anno dove il Cassino ritornava in un palcoscenico nazionale dopo quasi dieci anni. «Stare insieme alle migliori del campionato per noi è motivo di grande soddisfazione e testimonia un grande lavoro svolto. Stiamo maturando quell'esperienza che ci permetterà di essere sempre più competitivi negli anni a venire dove poi vorremo concretizzare la nostra programmazione». Conferma l'impegno il presidente del Cassino: la Serie C in tre anni, anzi in due e mezzo ormai. «L'idea è quella, e stiamo cercando di capire come muoverci in futuroconfessa l'importanza dell'esperienza in questi campionati- un errore che non ripeteremo sarà quello del farci prendere dalla frenesia di fare la squadra. A maggio scorso già intavolammo delle trattative facendoci un po' condizionare dall'ansia di chiuderle. Dobbiamo essere maggiormente riflessivi e prenderci i nostri tempi per valutare. Anzi, già ci siamo fatti un nome come società e capita che ci vengano a bussare gli interessati stessi, possiamo vantare un progetto, una città ed una tifoseria importanti».

Passiamo così al capitolo buoni propositi per il 2018.  «Abbiamo già una base molto buona da cui partire, per cui cercheremo di arrivare più in alto possibile in quest'annata sperando di qualificarci per i play off e tentando di far maturare anche giovani di prospettiva, anzi a tal proposito esprimo tutto il mio orgoglio per il vivaio che primeggia in quasi tutte le categorie, e poi da maggio prossimo, senza fretta, cercheremo d'integrare quest'ottima rosa con ulteriore qualità per essere ancora più competitivi».