Primi giorni di allenamento collettivo per il Città di Anagni che sabato scorso si è radunato al "Tintisona" di Paliano per iniziare la preparazione al restart del torneo di Eccellenza. Una riaccensione dei motori assolutamente non semplice per la truppa biancorossa ferma da ormai cinque mesi e che è chiamata a tornare in campo per la prima di campionato il prossimo 11 aprile. Tanto il lavoro da fare, non solo atletico, per lo staff di mister Mancone chiamato a mettere sul terreno gioco nel modo migliore possibile una delle grandi favorite di questa competizione così strana.
Inutile, infatti, nascondersi. L'Anagni è a detta di tutti tra le 3 o 4 formazioni candidate al passaggio di categoria e anche la società ha confermato che l'obiettivo è il primato.
Sta ora proprio a Mancone e i suoi collaboratori creare le condizioni ideali affinchè queste velleità si concretizzino.
Proprio il tecnico anagnino, alla sua seconda stagione alla guida della squadra della città dei papi, ha rilasciato le sue prime dichiarazioni dopo il riavvio degli allenamenti di gruppo.
Mister, come ha trovato la sua squadra?
«Sono i primi giorni di allenamento e l'entusiasmo è altissimo. C'è grande voglia di fare non solo per il risultato sportivo ma anche perchè dopo tanti mesi di stop tornare a calcare il terreno di gioco per questi ragazzi è anche un modo per tornare compiutamente alla vita attiva».
Quali sono i rischi maggior che derivano da una situazione del genere?
«Il rischio maggiore è quello di strafare, quello di esagerare e di lasciarsi andare all'entusiasmo. Per i motivi prima esposti è chiaro che oggi c'è voglia si spaccare il mondo mentre invece quello che dobbiamo fare è puntare a fare il giusto e niente più. Nonostante sia comprensibile che questi ragazzi si vogliano anche sfogare quello che è necessario è restare dentro i paramentri fisici ed atletici di ognuno. Così ci potremo presentare con qualche ambizione alla prima di campionato».
A proposito di campionato, molti sostengono che in realtà si tratti di una competizione composta da dieci finali in ognuna delle quali è vietato sbagliare. E' d'accordo con questa definizione?
«No. Innanzitutto per me questo non è un campionato ma un torneo e un torneo abbisogna di una preparazione diversa da una lunga stagione nel corso della quale si possono fare esperimenti e variazioni tattiche in corsa. In un torneo parte favorito chi riesce ad essere centrato sin da subito e non è detto che maggiori valori tecnici siano garanzia di successo. Aldilà delle dichiarazioni e delle previsioni, infatti, credo che tutte le partecipanti scendano in campo con ambizioni di vittoria e che quindi sono sia solo una corsa ristretta per 3 o 4 squadre. Inoltre non credo che ogni partita debba essere considerata una finale perchè altrimenti si corre il rischio di creare troppa pressione sui calciatori. Io credo che non si debba partire dal presupposto di non sbagliare nessuna partita ma da quello che non bisogna sbagliare nessun allenamento. Ripeto: se saremo bravi a lavorare bene ora, in questa fase, ci saremo messi nelle condizioni di poter dare il meglio di noi stessi. E' questo il nostro obiettivo: avere le carte in regola per competere ed essere protagonisti. Ma ora occorre essere sereni e pensare ad arrivare nel migliore dei modi alla prima partita»