In attesa di conoscere più nel dettaglio come evolverà la situazione legata all'andamento della pandemia da Covid-19 il mondo del calcio dilettantistico si interroga sulla possibile ripresa del campionato di Eccellenza.

Il Consiglio di Lega dello scorso 5 febbraio, recependo l'equiparazione di questo campionato alle altre competizioni calcistiche nazionali prodotta dal Coni, ha di fatto dato un via libera formale alla ripartenza di questo torneo.
Sono, però, ormai trascorse due settimane e di quei propositi non si è più saputo nulla, ne in via ufficiale ne in via ufficiosa.
Nei giorni seguenti il Consiglio del 5 molte società hanno espresso la loro opinione circa le condizioni necessarie alla ripartenza. Opinioni a volte diverse ma sostanzialmente in linea su almeno un paio di requisiti: sostegno economico per fare fronte alle spese di carattere igienico-sanitario e programma gare da ridurre ad un solo girone. Dove, di contro, le società divergevano è sulla questione legata alle retrocessione. Per alcune di loro giocare senza doversi preoccupare di retrocedere equivarrebbe a falsare il torneo rendendo di fatto vane moltissime gare.
Questi i pareri delle società. Oggi abbiamo invece ascoltato la voce e le considerazioni di un uomo di campo, l'allenatore del Città di Monte San Giovanni Campano, Angelo Bottoni.
Mister, avete avuto qualche notizia dal giorno del Consiglio?
«No, nessuna informazione, di nessun tipo. Confesso di essere un po deluso perchè ci era stato detto che quell'appuntamento sarebbe stato decisivo e dirimente. Cosi sembrava essere e tutti abbiamo pensato di essere sul punto di ripartire ma cosi per ora non è stato. Oggi siamo in una situazione di attesa che non fa bene a nessuno. E' chiaro che non è semplice gestire la situazione ma più si va avanti e più si complica il quadro. Per quanto ci riguarda, parlo da uomo di sport, posso solo dire che il calcio ci manca tantissimo e che se arrivasse un segnale noi saremmo pronti a metterci in modo anche il giorno dopo».
Dalle poche indiscrezioni raccolte sembra ci si possa orientare verso un protocollo simile a quello della Serie D e alla disputa del solo girone di andata. Cosa pensate di un format del genere?
«Sul protocollo ho qualche dubbio che le squadre e le società di Eccellenza possano far fronte a tutte le incombenze perchè già le società di Serie D hanno palesato qualche difficoltà. Ho parlato con qualche collega della categoria superiore e ho dedotto che non sarebbe semplicissimo calare in Eccellenza quelle regole. Per quanto attiene, invece, il calendario ridotto devo dire che è cosa che non mi piace affatto ma devo altresi rilevare che non credo di possa fare diversamente. Sono i tempi a non consentire altra soluzione temo».
Quale è il limite, per lei, entro il quale rimettersi in moto?
«Credo che la comunicazione sulla eventuale ripartenza non possa andare oltre il mese di febbraio e il ritorno in campo non troppo oltre l'inizio di marzo. Attualmente il DPCM è in vigore fino al 5 di marzo. Se non ci dovessero essere controindicazioni si potrebbe ripartire subito dopo, almeno con la preparazione. Considerate che in estate dopo due mesi di stop abbiamo 45 giorni prima delle gare. Oggi arriviamo da 5 mesi di fermo dell'attività. Almeno un mese è certamente necessario per riportare le squadre a giocare».
Avete seguito i vostri calciatori in questo periodo? Alcune società sembrano orientate a far giocare i giovani in questi mesi così da averli pronti in autunno.
«Non è nostra intenzione. Noi abbiamo tenuto la rosa di inizio anno e con quella torneremo, se cosi sarà, in campo. Per quanto concerne la preparazione dei singoli fino a Natale abbiamo tenuto i contatti con gli atleti dando loro tabelle di lavoro personalizzate. Poi, però, abbiamo mollato e oggi dovremo praticamente ripartire da capo».