Quando il re diventa imperatore... Quando Alessandro diventa “il grande”... Quando tutta una città (quella Ceccano che ha dato i natali a campioni come Domenico Tiberia e Domenico Adinolfi) e tutta una provincia esultano per una vittoria che sa di trionfo... Quando nel pugilato si compie una storia impregnata di emozioni e passione sportiva... Quando un figlio di questa terra si affaccia con spirito guerriero sul proscenio della noble art, alzando la cintura orgoglioso, abbracciando i suoi maestri, gli amici, i familiari e i tifosi accorsi in massa per sostenerlo...

Al palasport di Frosinone una lunga maratona di incontri per la notte della grande boxe si espande e si dilata fermando il tempo e poi come un buco nero intergalattico condensa il tutto in una singolarità: il fragoroso applauso al nuovo campione italiano dei pesi superpiuma, il ceccanese Alessandro Micheli che con verdetto unanime dei tre giudici (97-94, 96-94, 96-94) batte il torinese Daniele Limone nella sfida al titolo vacante.

Una furia Alessandro il grande nei primi round, aggredisce l’avversario esponendosi anche a pericolose reazioni quando tenta di mandarlo giù con i suoi ganci potenti. È bravo però a tornare subito in guardia e a non permettere al longilineo piemontese di sferrare alcun diretto. Ripresa dopo ripresa Micheli conquista il pubblico, il ring, e si porta avanti nella realizzazione del sogno, fin quando l’ultimo gong toglie il fiato al numeroso pubblico che trepida in attesa della lettura del verdetto: la voce calda del ring, il bravo ed elegante Valerio Lamanna scandisce il nome di The King. Eccolo, il re che diventa imperatore nella notte più bella della sua carriera.

L’incontro tra il 24enne ciociaro ed il 32enne del Nord Italia si svolge davanti alle telecamere che mandano il match in diretta su Raisport2, eleganza nei movimenti e potenza nelle braccia, Micheli ronza attorno a Limone, colpisce e difende. Si infila tra le sue lunghe braccia. Prende colpi ma li assorbe bene e continua la sua danza sfiancante. Dimostrando più caparbietà, più reattività e maggiore varietà di colpi, Alessandro si prende il titolo e dà il via ad una notte di festeggiamenti. A Ceccano la mente corre ai grandi pugili di un tempo. Chissà se dopo questa impresa Micheli proverà ad alzare ancora l’asticella. Vedremo.

Così come vedremo dove arriverà Sven Paris, che intanto, nella notte che ha aspettato per quasi cinque anni dall’aprile del 2012, dall’incubo scatenato dalla sconfitta contro Francisco Reges, è riuscito con altrettanta caparbietà a ribaltare la sorte, tornando a menar pugni. Se l’incubo sia finito o meno è presto per dirlo: Sven, 36 anni, contro Gergo Vari, 31enne da Mátranovák, Ungheria, è l’incontro che chiude in assoluto la serata: quattro riprese in cui il frusinate sciorina colpi potenti costringendo spesso all’angolo il suo avversario. Il quale si difende con una guardia molto conservativa non dando mai l’impressione di poter cedere. White Warrior però osa di più, rischia di più, mette a segno anche un montante e alla fine il verdetto dei giudici sarà a lui favorevole.
Applausi a scena aperta per un atleta che ha avuto il coraggio di rimettersi completamente in gioco dopo un lunghissimo stop, allenandosi spasmodicamente per mesi e mesi. Chissà cosa riserverà il futuro ad un pugile che sin da giovanissimo ha fatto sognare un’intera generazione di frusinati... La serata si era aperta con Davide Faraci(Pomezia) che mandava ko l’inglese Will Claims dopo 2’.

Era proseguita con un incontro molto aperto tra due ciociari, il frusinate Daniele “Giaguaro” Iacovissi opposto al ceccanese Federico Cerelli per i pesi welter. Iacovissi pimpante e propositivo nelle prime riprese, poi alla distanza si è vista un po’ più di potenza da parte di Cerelli, che ha vinto ai punti. Ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per avere ragione della resistenza dell’abruzzese Amedeo Maurizio, un altro ceccanese, Antonio Di Marionella categoria dei pesi mediNon ha avuto invece fortuna Giodi Scala: il peso gallo nativo di Isola del Liri non è riuscito a scardinare la guardia del potente Gheorghe Trandafir.

Ha danzato sul quadrato il già campione della Comunità Europea cercando di trovare il pertugio giusto per attaccare il 31enne da Ivesti (Romania), residente a Roma. Il quale con una boxe senza fronzoli ha controbattuto con un pizzico di potenza in più, aggiudicandosi la vittoria ai punti al termine della sesta ripresa.

Ha vinto il romano Adriano Sperandio contro l’ungherese Jozsef Racz nei mediomassimi: si è fatto preferire, l’italiano, nel finale, lasciando andare i colpi con maggior disinvoltura. Sul palco, prima del match clou, erano saliti gli organizzatori, il sindaco Ottaviani e l’assessore Fabrizi ringraziati per il patrocinio concesso dal Comune di Frosinone.

La grande risposta del pubblico ciociaro che ha assiepato il bordo ring così come le tribune e gran parte delle curve dell’impianto di viale Olimpia, ha decretato il successo della manifestazione organizzata dalla BBT di Buccioni e dall’Asd Domenico Tiberia Boxing Club.

Foto Luisa Nieddu