Dalla Ciociaria alle Olimpiadi di Tokio - in programma da venerdì 23 luglio a domenica 8 agosto - il passo è molto più breve del previsto. Ovviamente il biglietto a tutta velocità ha un costo elevato: sacrificio, dedizione, amore per il proprio lavoro, professionalità, passione. Lo sa bene il dott. Raffaele Cortina che anche per quest'anno sarà impegnato lontano da casa per prestare i suoi encomiabili servizi alla nazionale italiana di Basket. In questi strani giochi olimpici – stadi chiusi al pubblico per l'emergenza Covid, in netto contrasto con l'euforia spasmodica degli Europei calcistici -, il noto medico ciociaro viaggerà con gli azzurri della palla a spicchi e si prenderà ancora una volta cura dei loro muscoli e delle loro articolazioni affinché il popolo italiano possa continuare a sognare, sportivamente parlando. Come premesso, per il dottore nato a Ripi nel 1960 e attualmente responsabile ortopedico della clinica Santa Teresa di Isola del Liri e della Clinica Pierangeli di Pescara, non è certamente la prima volta. E' oramai un'emozione che conosce a menadito ma resta pur sempre tale: una grande, grandissima emozione. Di quelle che si accolgono ammantate di soddisfazione e un bel po' di adrenalina. "Collaboro con l'ItalBasket da ben 13 anni – esordisce Cortina -. Grazie a questa 'relazione duratura' ho vissuto tanti momenti importanti, sia dal punto di vista professionale che umano, come è stato magari durante i mondiali in Cina, un momento importante della mia carriera. Adesso, però, sarà un'avventura nuova ed io sono pronto". Per la giornata di domani, dunque, è previsto il raduno del roster a Roma (questi i 12 convocati: Simone Fontecchio, Danilo Gallinari, Niccolò Mannion, Nicolò Melli, Riccardo Moraschini, Alessandro Pajola, Achille Polonara, Giampaolo Ricci, Marco Spissu, Amedeo Tessitori, Stefano Tonut, Michele Vitali), dopodiché si parte alla volta del Sol Levante.

Quali saranno i suoi compiti a Tokio?
"Noi dell'equipe medica lavoriamo nel cosiddetto 'dietro le quinte', ma è un impegno ingente. Abbiamo a che fare con atleti di spessore e caratura internazionale, che hanno contratti in Eurolega o Nba ad esempio, con club molto popolari. E noi dobbiamo prenderci cura di loro, essere pronti ad intervenire per qualunque problema, cercando di tenere sempre al minimo eventuali criticità. Bisogna monitorare ogni situazione e dal mio canto dovrò coordinare il team medico per ciò che concerne situazioni muscolari ed ortopediche".

Ci racconti le due facce di questo lavoro, quella più belle e quella invece più difficile...
"La parte più bella è sicuramente quel legame che si è venuto a creare con giocatori, staff, manager: si diventa una sorta di famiglia allargata alla cui base c'è sempre la condivisione, di risultati, scopi perseguiti, obiettivi e manovra d'azione. Certamente è una bella opportunità che sfrutto anche per conoscere posti e culture nuove, fare anche un po' da turista in giro per il mondo. La più difficile è invece l'allontanamento dai propri affetti, da mia moglie, dai figli. Parecchio sacrificio si chiede anche e soprattutto a loro".

Quale sarà il vostro obiettivo?
"Andare il più lontano possibile. E vincere".

E' piena di passione quest'ultima affermazione, così come quella stessa per la pallacanestro del dott. Cortina. Ricordiamo infatti che il suo curriculum vanta le esperienza con il Basket Veroli, con il basket Ferentino e ora con l'Eurobasket Roma. Con gli Azzurri ha partecipato alle edizioni 2015 e 2017 dell'EuroBasket FIBA e all'edizione 2019 di FIBA World Cup. Ma non solo. Il medico ripano ha avuto diverse esperienze anche con il volley e ovviamente con il calcio.