Dal nostro inviato al Teatro Ariston

Il Festival di Sanremo è ormai finito. Si è conclusa l'edizione numero settanta che ha visto il trionfo di Diodato. Ma ecco il pagellone finale:

10 a Tiziano Ferro. In questi giorni ci ha fatto sognare, riflettere, emozionare. Un grande talento per una grande persona...

9 ad Amadeus. Dopo essere stato per anni il "cenerentolo" della televisione italiana si è preso la sua rivincita. Ha portato a casa un festival molto gradevole.

8 al maestro Peppe Vessicchio. Una istituzione vera, una ovazione a ogni presentazione. Forse l'organizzazione dovrebbe pensare di metterlo sul palco in ogni momento.
7 alle giacche di Amadeus. Se i vestiti delle donne non hanno dato grandi emozioni, ci ha pensato il direttore artistico a rimediare. Tante giacche nel corso della settimana. Sbrilluccicanti, colorate, con paiettes... Il sogno di molti.

6 ad un Amadeus-bis. Le carte in regola ci sono tutte, ma dovrebbe rivedere un po' di cose. Tra tutte la durata e il numero di cantanti

5 ai monologhi. Tanti, troppi, non bisogna mai commettere l'errore di pensare che tutti devono, per forza, dire qualcosa. Ecco la maggior parte dei monologhi sentiti in questi giorni potevate anche risparmiarceli...

4 alle donne del Festival. Non hanno lasciato il segno, non hanno emozionato. Fatta qualche oppurtuna eccezione, per il resto è sembrata più apparenza che sostanza.

3 agli ospiti italiani. Una tradizione che va avanti da ormai molto tempo. Troppi ospiti italiani mettono in ombra i concorrenti, oltre a incentivare una sempre maggiore non partecipazione alla gara.

2 al numero di cantanti. Baglioni lo scorso anno lo aveva detto: "24 sono troppi da gestire". Eppure quest'anno hanno deciso di ripercorrere il medesimo errore. Diciamoci la verità.. Un po' di canzoni si potevano anche evitare

0 alla durata. Una maratona, nel vero senso della parola. Una prova di resistenza fisica. Ma quando capiranno che la gente lavora e vorrebbe che il festival finisse in un orario decente?