Lo studio "I numeri del cancro in Italia 2022" conferma, come il report precedente del 2020, che il tumore al seno è la neoplasia più diagnosticata nelle donne. Il carcinoma mammario rappresenta, infatti, il 30% dei tumori maligni nelle donne, cioè uno ogni tre. L'arma principale per combattere questo cancro, come gli altri tipi di neoplasia, è certamente la prevenzione. Uno stile di vita sano e controlli regolari, dunque, sono fondamentali per la prevenzione e la diagnosi precoce. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Elena Di Caprera medico radiologo, che si occupa di diagnostica senologica, quindi di prevenzione e diagnosi in quest'ambito nella casa di cura INI Città Bianca di Veroli da circa tre anni.
Dottoressa, nel vostro centro è stato pensato un servizio specifico dedicato alla prevenzione del tumore al seno. In cosa consiste?
«Abbiamo un servizio che è stato attivato l'8 marzo di due anni fa che si chiama Centro open di senologia. È una sorta di pronto soccorso senologico accessibile in tutte le cliniche del gruppo INI, per pazienti sia nostre sia provenienti da altri centri che presentano qualsiasi tipo di problematica legata al seno. Il nostro centro, infatti, oltre che della diagnosi si occupa anche di improntare e proporre, nel caso in cui dovessimo diagnosticare una lesione sospetta, un percorso. Per cui abbiamo il nostro chirurgo di riferimento la nostra radioterapia e la nostra oncologia, tutti servizi accessibili in servizio sanitario nazionale».
In ambito di prevenzione senologica a quali esami bisogna sottoporsi e con quale frequenza?
«Normalmente mammografia ed ecografia si iniziano a fare insieme a partire dai quarant'anni. L'ecografia mammaria può essere eseguita a qualsiasi età, anche 15 o 16 anni, a seconda anche dell'anamnesi. Se la paziente prende la pillola è il ginecologo stesso a richiedere un controllo prima o durante l'assunzione della terapia. Se l'esame è negativo si invita la paziente a tornare dopo dodici mesi, se invece si riscontra qualcosa che non va si decide per un'osservazione breve o per una caratterizzazione, cioè agoaspirato o biopsia. Nel caso invece di familiarità, cioè se la paziente presenta in famiglia uno o più casi di parenti, per lo più di linea materna, che hanno avuto un tumore al seno, all'utero o alle ovaie, la mammografia non si farà dai 40 anni ma a partire dai 35 anni sempre insieme all'ecografia».
Nel caso in cui dagli esami venga riscontrata la presenza di una lesione, in che modo viene seguita la paziente?
«Nel caso si riscontri una lesione sospetta esistono diverse possibilità o un'osservazione a breve termine in un tempo di massima sicurezza della paziente oppure si decide di procedere direttamente a una caratterizzazione».
Quali sono i principali fattori di rischio del tumore al seno?
«L'unico vero fattore di rischio è costituito dalla familiarità, quindi uno o più casi di tumore al seno, all'utero o alle ovaie in famiglia. Tutti gli altri fattori di rischio minori concorrono ma non pesano tanto quanto la familiarità e sono quelli che contribuiscono anche all'insorgenza di altre tipologie tumorali, come il fumo o l'esposizione a cancerogeni ambientali, ma la familiarità è sicuramente ciò che più ci mette in allarme».