«Abbiamo offerto uno spazio, un "giardino" in cui poter essere ancora bambini e non sentirsi più sotto le bombe». Non è stato un precetto pasquale simile a quello di ogni altro anno perché all'istituto paritario San Benedetto ad animare la celebrazione c'erano bambini italiani e bambini ucraini che, da settimane, seguono le lezioni nella scuola al centro di Cassino, in piazza Corte. Hanno diverse età, sono dolcissimi e sono riusciti ad arrivare a Cassino già da tempo, con addosso solo i loro abiti e poco altro in valigia.

Negli occhi il terrore della distruzione e nelle gambe la stanchezza della fuga dalla loro Patria. Senza più le mura domestiche a riscaldarli hanno trovato nella piccola-grande comunità scolastica di San Benedetto una famiglia allargata. Sono stati proprio i genitori degli allievi dell'istituto paritario ad aver riempito le ceste di solidarietà quando si è trattato di favorire generi materiali e i bimbi non sono stati da meno e hanno voluto collaborare con doni personali e sentiti per i loro nuovi compagni di viaggio. Così mercoledì, durante il precetto pasquale, non c'era alcuna distinzione.

Era bimbi, tutti quanti, con il desiderio di sentirsi uniti e portatori di una grande speranza. «È stato un precetto molto particolare quest'anno, avendo accolto un gruppo di ucraini a scuola abbiamo voluto celebrare insieme a loro la santa messa ma anche i canti, sia quelli dell'Ucraina insieme al loro inno nazionale (che hanno imparato anche i nostri ragazzi) sia i nostri che hanno imparato anche loro».

E rimarca: «È stato un momento di fraternità, di condivisione ma anche un modo per cercare di far rivivere un sentimento di pace nonostante il loro pensiero e il loro cuore siano sempre rivolti alle loro case e alle loro famiglie. Ecco abbia voluto offrire un giardino, uno spazio in cui poter pensare di essere ancora bambini e non più sotto le bombe». Bambini immersi dalle melodie del canti e non dal frastuono dei bombardamenti. Bambini sereni e sorridenti con spartiti in mano e un animo risollevato. Non sanno esattamente che cosa ne sarà del loro futuro ma hanno potuto contare su un presente fatto di... presenze.

La preside Nunzia Acierno ha voluto esprimere «il grazie proprio a loro perché ogni mattina, quando faccio lezione, imparo un po' del coraggio e della serietà di questo popolo. E grazie, anche e soprattutto, alle famiglie e ai bambini che in queste occasioni ci hanno insegnato generosità e coraggio del popolo italiano».