«Un modello di soccorso ed accoglienza per i nostri fratelli scappati dalla Europa in guerra. Sono molti i minori in fuga dall'Ucraina ad oggi ufficialmente segnalati come non accompagnati nel sistema informativo del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Sono praticamente tutti accolti in famiglia, per il 30% in famiglie ucraine e per il 70% italiane.

E sui minori si tiene barra: nessuna semplificazione, bisogna evitare il rischio tratta». È quanto sottolineano dall'Aiso, associazione italiana solidarietà. «Questa è una sfida umanitaria che per numeri e complessità vinceremo se tutto il Paese si sentirà coinvolto e camminerà unito. Unità tra le istituzioni, provando a superare la frammentarietà delle competenze. Unità arrivando al cuore vivo dell'accoglienza, ovvero mettendo a sistema l'enorme generosità delle famiglie italiane.

I motivi sono diversi, certamente legati all'esperienza di queste realtà nell'accoglienza. Ma c'è anche una grande questione di sicurezza: noi dobbiamo sapere in quali comunità e in quale case andranno le persone che passano i nostri confini. In massima parte sono donne e bambini: le associazioni e le realtà del Terzo settore assicurano qualità e sicurezza delle relazioni. Non possiamo permettere che dinamiche di sfruttamento sporchino l'immagine del nostro Paese.

Nella nostra provincia è necessario un unico portavoce di questa accoglienza in emergenza che coordini controlli e indirizzi la nostra ospitalità ciociara su tutto il territorio e accompagni queste famiglie fuggite da morte certa ad un nuovo inserimento sociale, scolastico, occupazionale.

Non bastano farina e latte per soccorrere questi fratelli europei ma dobbiamo accompagnarli dai nostri medici, nelle nostre scuole, nelle università, nelle nostre piazze, fino a creare ipotesi occupazionale che li indirizzi verso la piena autonomia. Che sia l'Ente Provincia, Asp, l'Azienda Regionale per Servizi alla persona a tessere una rete di solidarietà tra i comuni. Ci troviamo di fronte ad un fatto epocale, un esodo di europei dentro l'Europa. L'Italia è in grado di dare una risposta straordinaria perché una generosità straordinaria è insita nei cittadini».