«Quando senti il frastuono delle bombe e dei missili non pensi a prendere lo zaino, che magari avevi preparato già da giorni, ma prendila mano di chi ti è accanto e fuggi. Stringi la mano di un figlio per cercare di portarlo al sicuro. E i volti, gli occhi, sguardo soprattutto dei bambini sarà quello che più rimarrà impresso nella mia mente».

Con la voce rotta dal pianto e le lacrime che scendono una dietro l'altra Alina, originaria dell'Ucraina, ci racconta il viaggio fatto due giorni dopo l'inizio della guerra per andare a prendere la sorella e la nipotina. Il viaggio della speranza per portare Uliana e Yulia a Frosinone, nell'abitazione dove vive da anni.
Abbiamo incontrato Alina nella scuola "Formazione danza Iolanda Rocchi" a Frosinone, frequentata da sua figlia e dove sarà accolta anche sua nipote.
Alina ci mostra anche un libro dove pagina dopo pagina si raccontano le guerre negli anni, i conflitti, il genocidio e con i suoi occhioni pieni di angoscia si domanda: «perché tutto questo? Sembra essere tornati indietro.
Perché non c'è amore, rispetto?».

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