«Guerra, guerra...è scoppiata la guerra!». Natascia e sua figlia Maria, di dieci anni, hanno saputo dell'inizio del conflitto da un letto dell'ospedale di Kiev. Si trovavano lí perché la piccola ha avuto delle complicanze dopo aver contratto il Covid-19. Una febbre alta che non scendeva, era ricoverata per sottoporsi ad alcuni esami. Ma tutto è precipitato con l'arrivo delle prime bombe e dei missili.

«Non avevo realizzato che si trattasse di bombardamenti racconta la mamma In ospedale avevo sentito dei rumori, ma pensavo fossero fuochi d'artificio.
Poi un dottore ha iniziato a urlare "guerra, guerra". I ponti di Keiv sono stati fatti saltare. Siamo tutti molto spaventati e speriamo che arrivino presto aiuti per far cessare il fuoco». Natascia e Maria sono state invitate a raggiungere il piano sotterraneo dell'ospedale con gli altri pazienti e hanno trascorso lì una notte. Il giorno dopo i medici hanno comunicato l'impossibilità di gestire il ricovero della piccola e che da quel momento avrebbero accolto soltanto le urgenze.

Natascia è rimasta raggelata dalla notizia. Ma non si è persa d'animo e ha tentato altre strade per curare la figlia. Hanno trascorso una notte terrificante nella metropolitana di Kiev con centinaia di persone, tutte sotto shock mentre la bambina aveva la febbre a 39.
La donna ha così deciso di tornare a casa sua, a Nikopol, che era sotto attacco, con la speranza di trovare delle farmacie dove cercare i medicinali per Maria. La decisione di lasciare l'Ucraina è giunta quando, a soli otto chilometri dalle loro abitazioni, è stata presa di mira la centrale nucleare.

La bambina aveva bisogno urgente di cure e così Natascia ha accolto l'invito di una sua amica che da oltre dieci anni vive a Sora con la famiglia. Nel giro di mezz'ora sono stati trovati i biglietti ed è iniziato il viaggio verso l'Italia. Al seguito solo uno zaino carico di speranze. Alle 17 di sabato scorso, dopo aver viaggiato in treno e sopportato lunghe file, sono atterrate a Pescara. La bimba era molto stanca: appena ha avuto a disposizione un letto ha dormito quasi per un giorno intero. Il terrore della guerra che sta devastando l'Ucraina si legge nei loro occhi.

La donna ha il volto provato e il pensiero fisso sullo stato di salute della bimba che nei prossimi giorni verrà sottoposta agli accertamenti medici in Abruzzo. La piccola Maria si guarda intorno e cerca di ambientarsi con i nuovi luoghi e la nuova lingua. Entrambe non parlano italiano e raccontano la loro odissea grazie a una interprete. Sperano di tornare al più presto in Ucraina, è lì che vogliono continuare a vivere, anche se non sanno che cosa accadrà della loro terra.