Dal cuore dell'Ucraina a Sora. È il tragitto compiuto da Hanna, 31anni, che con i suoi bambini di 9 e 2 anni e mezzo, da mercoledì è ospite degli zii. Nella sua casa di Vinnycja ha lasciato il marito Ruslan, suo coetaneo. L'ultimo bacio sulla frontiera, poi per lei e i bambini un lungo cammino, sotto la neve, di oltre quattro ore per raggiungere il bus che l'ha condotta, dopo altre 24 ore di viaggio, a Milano. Qui ad aspettarla c'erano lo zio e la cugina. Lo sbigottimento per quanto stanno vivendo è stampato sui loro volti. Non conoscono una parola d'italiano.

Il piccolo dorme, ancora frastornato dal lungo viaggio; negli ultimi giorni piange spesso, specie quando lo spostamento avviene in auto. Il fratellino più grande gioca in piazza Santa Restituta con una macchinina ricevuta in dono al suo arrivo in Italia. Sorride, dice che già conosce tre lingue, l'ucraino e l'inglese e il russo che studiava a scuola. E assicura che tra poco imparerà la sua quarta lingua: l'italiano. La mamma ha un carattere forte, sdrammatizza la guerra agli occhi dei bambini, ma il suo cuore è a pezzi per una situazione tanto drammatica.

Due le telefonate al giorno con il marito con il quale è sposata da 12 anni. Dopo i saluti giornalieri lo sconforto, soprattutto la sera la lontananza si fa sentire, prende il sopravvento e la paura accompagna le notti.
Hanna ha deciso di lasciare la sua terra quando le bombe sono arrivate a venti chilometri da casa sua.
Racconta degli attimi tremendi quando, sabato scorso, di pomeriggio, è stato bombardato l'aeroporto.

«Dal 24 febbraio, quando è scoppiata la guerra, ogni volta che si sentiva la sirena con la mia famiglia scendevamo in cantina spiega aiutata da un'interprete Abitiamo nella zona interna dell'Ucraina, vicino un comando dei nostri militari. Quando hanno bombardato l'aeroporto, senza che fosse suonata la sirena, ho preso la decisione di andar via con i bambini. Non è più un posto sicuro lì. Sono preoccupata per mio marito, i miei genitori e conoscenti. Sono partita con una valigia e uno zainetto, pochi vestiti. Mi sono messa in viaggio per tutelare loro. Se non fossi stata una mamma sarei rimasta lì, con mio marito, a difendere la nostra terra».