Chiarezza, trasparenza, reciproco rispetto e attenzione alle esigenze di tutti: quando i rapporti tra utenti del servizio idrico, gestore e istituzioni coinvolte si avviano lungo la strada della correttezza e dell'ascolto, i risultati non tardano ad arrivare a beneficio di ognuno.

La vicenda del quartiere San Bartolomeo di Anagni ne è l'ennesimo esempio: sono state 319 le richieste di allaccio presentate su circa 400 utenze di fatto esistenti nella popolosa area urbana, segno che i cittadini, quando hanno informazioni chiare e corrette, libere da strumentalizzazioni e da disinformazione, scelgono la legalità.

A San Bartolomeo, come detto, circa 400 utenze usufruivano da anni di acqua potabile, fognatura e depurazione senza pagare per il servizio ricevuto, i cui costi – calcolati in circa 2,2 milioni d'euro per il solo approvvigionamento idrico – sono finiti, invece, per gravare sulle bollette di tutti gli altri utenti. Una situazione a cui si riuscito a porre riparo grazie alla collaborazione e al dialogo tra Acea Ato 5, Comune di Anagni, Segreteria tecnico-operativa, organismo di tutela dei consumatori (Otuc) e istituzioni del territorio.

Un confronto costruttivo che ha consentito l'apertura di una finestra temporale (scaduta lo scorso 15 novembre) entro cui è stata offerta la possibilità a quanti intendevano mettersi a posto, sottoscrivendo quindi un contratto di fornitura con Acea Ato 5, di non pagare il pregresso: un incentivo alla normalizzazione dei rapporti nell'interesse generale, nella consapevolezza che la regolarizzazione di tali posizioni avrebbe influito positivamente sulle tariffe idriche e quindi sulla bolletta di tutti gli utenti.

Grazie alla disponibilità dell'Otuc e del Comune, che ha messo a disposizione alcuni locali, sono state fornite ai residenti tutte le necessarie e corrette informazioni sulla loro situazione, su quanto previsto dalla regolamentazione del settore e sui vantaggi legati alla regolarizzazione. La strada intrapresa nel caso di San Bartolomeo si è dimostrata la migliore da percorrere, lontana – anzi estranea – da improduttive contrapposizioni, battaglie disinformate e ideologiche, errate rivendicazioni. Le parti in campo hanno scelto di collaborare e giocare dalla stessa parte un'importante partita fatta di ascolto delle esigenze locali, rispetto dei ruoli, ampia disponibilità e corrette informazioni e comunicazione. Gli utenti hanno compreso e apprezzato, scegliendo la normalizzazione.

Acea Ato 5 è convinta che sia questa la via da continuare a percorrere per superare tutte le conflittualità ancora presenti anche in altri territori della provincia e, in tale ottica, lo scorso 19 novembre, ha sottoscritto assieme a Sto e Organismo di tutela dei consumatori, alla presenza del Garante regionale del servizio idrico, una moratoria per gli abusivi, finalizzata appunto a incentivare l'emersione e la regolarizzazione di forniture oggi di fatto in essere ma non censite.
Le stime in possesso del gestore indicano in circa 15 milioni di metri cubi il volume d'acqua sottratto abusivamente dalla rete ogni anno. Se tale quantitativo venisse regolarmente fatturato, le bollette dell'acqua sarebbero più leggere del 30%. E questo è l'ambizioso obiettivo.

Per questo Acea Ato 5 è convinta che proseguendo, con chiarezza e fornendo le corrette informazioni, la risposta positiva dei cittadini non mancherà e si potrà, già nei prossimi anni, assistere a un futuro roseo per la Ciociaria in cui sarà possibile coniugare sostenibilità, abbassamento delle tariffe e investimenti necessari a migliorare la qualità dei servizi. in poche parole: più qualità a meno costo.