Quota fissa, quota variabile, oneri perequazione e Iva. Sono le voci che si leggono scorrendo i conteggi riportati nella bolletta dell'acqua e che, a volte, possono lasciare perplesso il consumatore meno informato.

Bisogna infatti sapere che il corrispettivo per il servizio idrico integrato (acquedotto, fognatura e depurazione) si compone di più voci, divise in tariffe fisse e tariffe variabili. È quanto prevede il "Testo integrato dei corrispettivi servizi idrici", in sigla "Ticsi", approvato dall'Authority che vigila sul settore idrico (l'Arera) e che gli enti d'ambito e i gestori debbono applicare.

Con l'introduzione delle quote fisse, a partire dal 2014, si è superato nell'Ato 5 di Frosinone il cosiddetto "consumo minimo impegnato" che, fino al quel momento, prevedeva il pagamento da parte di ogni utenza di 108 mc d'acqua all'anno a prescindere dal fatto che si fossero consumati o meno. 

Sia nel caso di utenze domestiche che di utenze per usi diversi dal domestico, è previsto, quindi, il pagamento di una quota variabile e di una quota fissa sia per il servizio di acquedotto, che per quelli di fognatura e di depurazione (questi ultimi servizi vengono pagati solo se effettivamente usufruiti): la quota variabile prevede una tariffa da applicare in bolletta in base ai metri cubi d'acqua consumata, mentre quella fissa prevede una tariffa annua da applicare in bolletta in base a numero di giorni a cui fa riferimento il periodo di consumo fatturato.

Le tariffe che si applicano sono quelle stabilite dall'Ambito territoriale ottimale e predisposte, secondo il metodo dettato dall'Arera, dall'assemblea dei sindaci. Se per fognatura e depurazione esistono solo due tariffe (una per la parte fissa e un'altra per la parte variabile) che si applicano a tutti i consumi, le cose cambiano quando si ha a che fare con l'acquedotto, dove la tariffa da applicare è invece articolata in fasce di consumo, secondo un sistema disincentivante che prevede costi sempre più elevati per chi consuma più risorsa idrica (secondo il principio "chi più inquina più paga"): è prevista una tariffa base e fasce successive di consumo che debbono necessariamente essere progressive con il vincolo che la fascia più alta non può superare di sei volte la tariffa agevolata.  

Infatti, per l'uso domestico residente, è necessariamente prevista anche una tariffa agevolata (tra il 20 e il 50% della tariffa base) che ricomprende il consumo di 50 litri al giorno (stabilito come quantitativo minimo vitale) per ogni componente del nucleo familiare (la tariffa cosiddetta "pro capite", attualmente applicata in modo standard – cioè riferita ad una famiglia tipo di tre componenti – entrerà a pieno regime nel 2021).

Le voci "oneri di perequazione" sono invece delle maggiorazioni dei corrispettivi del servizio idrico integrato (tra lo 0,004 e lo 0,009) fissate dall'Arera e aggiornate periodicamente per sostenere:  i costi relativi alle agevolazioni tariffarie del servizio idrico integrato e rateizzazioni dei pagamenti per le popolazioni colpite da eventi sismici (codice UI1); la promozione della qualità tecnica dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione (codice UI2) e il bonus idrico (codice UI3).  

I corrispettivi per le componenti UI1-2-3 vanno applicati per i volumi di acqua, fogna e depurazione (sempre se dovuti) relativamente a UI1 e UI2, mentre per UI3 il corrispettivo va pagato solo sui volumi di acqua. Infine c'è l'Iva che si applica con l'aliquota del 10% sui corrispettivi, calcolati come si è detto, dovuti dall'utente.

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