Le vaccinazioni costituiscono una formidabile arma di prevenzione nei confronti delle malattie infettive ma negli ultimi tempi, quelle obbligatorie, hanno infiammato dibattiti fuori e dentro le aule scolastiche, invadendo ambiti familiari, giornali, social media e tv. Quali sono le conseguenze per chi non vaccina i propri figli? Cosa dice la legge in merito? Ne parliamo con l'avvocato Lisa Celeghin.

Cosa ha reso necessario intervenire a gamba tesa sul tema delle vaccinazioni obbligatorie?
«A infiammare il dibattito pubblico e politico nell'estate del 2017 è stato il tema delle vaccinazioni obbligatorie sui minori di 16 anni. Da un giorno all'altro, il Governo ha infatti ritenuto che fosse necessario un intervento immediato per far fronte ad una situazione emergenziale che richiedeva una soluzione senza ulteriori indugi, adottando così la procedura legislativa del decreto legge (un atto normativo di carattere provvisorio avente forza di legge) utilizzato in casi straordinari di necessità e urgenza dal Governo - ha dichiarato l'avvocato Lisa Celeghin  - Il 7 giugno 2017 veniva così pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legge numero 73 recante "Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale": questo, ad avviso del Governo prima e del Parlamento poi, nella straordinaria  necessità  ed  urgenza di garantire  la prevenzione, il contenimento, la riduzione dei rischi per la salute pubblica e ad assicurare il costante mantenimento di adeguate condizioni di sicurezza epidemiologica in termini di profilassi e di copertura vaccinale. Il legislatore ha ritenuto altresì necessario procedere con questa serie di norme per garantire il rispetto degli  obblighi assunti e delle strategie concordate a livello europeo e internazionale in ragione dei quali l'Italia è diventata Paese capofila per la vaccinazione del mondo, in base all'accordo di Washington del 29 settembre 2014 raggiunto tra il nostro Paese, l'industria farmaceutica e il Global health security agenda».

Quali e quante sono le vaccinazioni obbligatorie?
«Proprio per il contenimento dei rischi per la salute pubblica è stata decretata l'obbligatorietà, per i minori di età compresa tra zero e sedici  anni, di 12 vaccinazioni anti polio, difterite, tetano, epatite B, pertosse,  Haemophilus influenzae b, meningococco B, e C, morbillo, rosolia, parotite, varicella. In sede di conversione con la legge 119, in data 31 luglio 2017 "Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale, di malattie infettive e di controversie relative alla somministrazione di farmaci" al decreto legge venivano apportate significative modificazioni.

In primis, il numero delle vaccinazioni obbligatorie scendeva da 12 a 10, permanendo la scelta consigliata anziché obbligatoria per gli anti-meningococcici B e C, oltre che per anti-pneumococcica e anti-rotavirus. Il legislatore per garantire il rispetto della legge - ha spiegato ancora l'avvocato Celeghin -  anziché proporre un'offerta attiva ed informata della pratica vaccinale ha imboccato una via più rapida: le sanzioni. La legge oggi prevede delle sanzioni pecuniarie per gli inadempienti di ogni età( da 100 a 500 euro). Solo per i bambini non in regola di età compresa tra 0 e 6 anni è prevista la sanzione accessoria della sospensione dalla frequenza ovvero la decadenza dall'iscrizione che sostanzialmente impedisce l'accesso ai servizi educativi per l'infanzia e alle scuole per l'infanzia. Per la scuola dell'obbligo tale sanzione accessoria non poteva sancire la sospensione dalla frequenza, in quanto l'istruzione è un diritto sancito dalla nostra Carta costituzionale. Conseguentemente, il legislatore ha ritenuto sufficiente per l'adempimento dell'obbligo vaccinale (per i minori da 6 a 16 anni), il pagamento di una sanzione pecuniaria in capo ai genitori inadempienti».

Un medico può consigliare di non vaccinarsi?
«Sul punto occorre precisare che già a far data dal 8 luglio 2016 la FNOMCEO (Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri) ha pubblicato il "Documento sui vaccini" in cui si afferma che "Il medico può sconsigliare un intervento vaccinale solo in casi specifici (deficit immunitario). Il consiglio di non vaccinarsi, se fornito al pubblico con qualsiasi mezzo, costituisce infrazione deontologica". 

Dunque, come può un operatore sanitario manifestare liberamente il suo pensiero e agire in scienza e coscienza? Ad oggi, dopo quasi due anni dall'entrata in vigore, la legge ha dimostrato tutte le criticità emerse in sede di conversione - ha sottolineato l'avvocato Lisa Celeghin - e l'effetto è quello di aver generato il caos più totale nelle famiglie, nelle Asl e nelle scuole. Bambini che pur avendo assolto gli obblighi vaccinali vengono messi alla porta da dirigenti scolastici che, per paura di sanzioni disciplinari, applicano arbitrariamente la legge. Le Asl in condizioni di carenza di personale tentano di gestire una procedura di recupero degli inadempienti senza avere avuto indicazioni precise a riguardo e infine i genitori  si ritrovano i figli a casa pur vaccinati ma in ritardo con i tempi previsti dal piano vaccinale».