In memoria del gesto rivoluzionario di Franca Viola, avvenuto 55 anni fa, quando rifiutò il matrimonio riparatore dopo lo stupro, vediamo i numeri della violenza sessuale in Italia e in Europa. Chi sono le vittime, chi sono gli stupratori e cos'è successo durante il lockdown?

Il 26 dicembre 1965 Franca Viola fu rapita e stuprata da un uomo che la voleva a tutti i costi. Si trattava di Filippo Melodia, un ragazzo con cui Franca era stata fidanzata ma che aveva lasciato. In caso di stupro, all'epoca era molto comune che l'aggressore "aggiustasse le cose" sposando la donna che aveva violentato, salvaguardando così il cosiddetto "onore" suo e della famiglia della donna.

La giovane Franca, all'epoca solo diciassettenne, supportata dalla sua famiglia, rifiutò questa pratica barbara con enorme coraggio. Fu la prima a farlo, e per questo è stata insignita nel 2014 dell'Onorificenza di Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Il matrimonio riparatore fu abolito in Italia solo nel 1981 e lo stupro venne finalmente classificato come reato contro la persona e non contro la morale nel 1996. Vogliamo ricordare il gesto rivoluzionario di Franca Viola a 55 anni da quando ha avuto luogo analizzando la situazione attuale dello stupro.Secondo ISTAT circa il 4,1% delle ragazze italiane che hanno meno di 30 anni ha subito violenza sessuale quando era minorenne, e quasi una donna su tre ha subito una forma di violenza fisica o sessuale nella sua vita. Il 5,4% delle 16-70enni ha subito le forme più gravi di violenza come lo stupro e il tentato stupro. Sono numeri enormi.

Come afferma lo studio di Eures Violenza di genere e femminicidio in Italia:
"Tra i reati "di genere", un profilo di particolare gravità inquadra la fattispecie della violenza sessuale (disciplinata dall'articolo 609 bis – e seguenti – del Codice Penale, recentemente integrato dall'art.13 della Legge n.69 del 19 luglio 2019, conosciuta come "Codice Rosso"), ovvero la condotta di "chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali".

Sono infatti le donne la maggioranza delle persone che denunciano (e subiscono) violenza sessuale. Nel 2017 e nel 2018 erano infatti circa il 90% delle vittime. L'analisi di Eures fa anche notare un aumento delle denunce nel nostro Paese: +5,4% tra il 2017 e il 2018.

È probabile che l'aumento delle denunce sia dovuto a una maggiore consapevolezza delle donne rispetto ai loro diritti e alla loro dignità. L'empowerment femminile, la maggiore istruzione delle donne e anche movimenti come quello di MeToo, che qualche anno fa ha fatto uscire allo scoperto molti casi di violenza sessuale nell'ambito lavorativo, hanno certamente avuto un ruolo nell'emersione di un fenomeno purtroppo ancora nascosto, almeno in parte. Il fatto che le vittime non sempre denuncino è dovuto dal sentimento di vergogna che può accompagnare la violenza sessuale o lo stupro. Ciò è un ostacolo alla denuncia della violenza, così come la colpevolizzazione della vittima. Stiamo parlando del "te lo sei cercata", il disgustoso modo di scaricare la colpa dal carnefice alla vittima per motivazioni come il tipo di abbigliamento indossato al momento dello stupro o per la situazione in cui la vittima si trovava al momento della violenza sessuale.

Ma ora le donne denunciano di più. Come conferma Eures nel suo studio, finalmente la situazione sta cambiando, facendo emergere sempre più la consapevolezza che la violenza non è mai colpa della vittima. Anche ISTAT, analizzando gli accessi ai 302 centri antiviolenza in Italia ha registrato un +13,6% tra il 2017 e il 2018, confermando il trend. Un'analisi delle chiamate al numero verde antiviolenza 1522 nei mesi del lockdown ha indicato un preoccupante aumento di chiamate per segnalare diversi tipi di violenza: fisica, sessuale, psicologica, mobbing. Nel caso della violenza sessuale, se confrontiamo i mesi marzo-giugno del 2019 con gli stessi mesi del 2020, vedremo che il numero di chiamate al numero verde per denunciare violenza sessuale è decisamente aumentato: 127 del 2019 contro le 277 del 2020. Questo dato è particolarmente significativo: vista la preoccupante incidenza del fenomeno nelle coppie, chiudere a chiave la porta di casa può essere estremamente pericoloso per le donne.