Una vita spesa per gli altri. Una vita per aiutare i più deboli e i più poveri, per emancipare le donne usando lo strumento più nobile: l'istruzione. Studiare per capire gli altri, studiare per amare gli altri. Tutto questo è stata suor Maria Teresa Spinelli, romana di nascita, frusinate di adozione, fondatrice della Congregazione delle Agostiniane Serve di Gesù e Maria, che ha scritto alcune delle pagine più belle e importanti nella storia della città di Frosinone e che è stata dichiarata Venerabile da papa Francesco nell'ottobre del 2016.
La storia
Maria Teresa Spinelli nacque a Roma da una modesta famiglia di artigiani. All'età di 16 anni, per ragioni finanziarie, fu data in matrimonio ad un impiegato camerale, imbevuto di idee rivoluzionarie. Dopo un breve tempo di convivenza, il vicegerente di Roma, Monsignor Fenaja, dietro ricorso della madre che non poté reggere di fronte ai continui maltrattamenti cui era soggetta la figlia, la tolse dalle mani del marito, che l'abbandonò senza dare più notizie di sé. Alcuni mesi più tardi nacque una bambina. A causa delle crescenti difficoltà economiche, fu costretta a lavorare come istitutrice presso una famiglia nobile, Stampa, che seguì fino a Ferentino durante il periodo dell'occupazione francese, dove, d'intesa con la sua padrona, si dedicò ad opere caritatevoli. Nel frattempo, la figlia fu affidata ai nonni e, una volta raggiunta l'età di 10 anni, collocata come educanda in un monastero. I genitori avanzavano negli anni e Teresa stimò suo dovere ritornare presso di loro e in questo periodo maturò la vocazione all'apostolato.
Il 1º novembre 1820 ebbe una visione e si sentì chiamata alla missione educativa. Si dispose quindi ad andare ad aprire una scuola a Ferentino, dove era molto conosciuta, ma all'istante sentì una voce che le diceva: "Non a Ferentino ma a Frosinone ti voglio". Nel 1821 si trasferì, quindi, a Frosinone, dove trovò una situazione molto grave per la gioventù: non esistevano scuole per ragazze. Con altre pie donne, superando ostacoli e incomprensioni, aprì la prima scuola pubblica femminile. Impose una sua concezione pedagogica aperta e sapiente, sia nel contenuto, in quanto l'insegnante doveva condurre l'alunna a scoprire in sé l'immagine di Dio, sulla quale fondare la propria dignità umana; sia nel metodo, basato sul rispetto dell'alunna, della quale si doveva conquistare l'affetto e la docilità.
Desiderando dare alla comunità delle insegnanti la forma di congregazione religiosa, d'accordo con il vescovo, il 23 settembre 1827 professò i voti e le sue compagne indossarono l'abito, assumendo il nome di "Serve di Gesù e Maria". Nel 1831 l'Istituto fu aggregato all'Ordine Agostiniano. La vita di Madre Spinelli fu un'esperienza di Dio segnata da tante tribolazioni, non l'ultima quella della figlia che, malata di mente, finì i suoi giorni nel convento della madre. Teresa morì a Frosinone il 22 gennaio 1850.
L'apostolato
Maria Teresa Spinelli, come ha avuto modo di ricordare in più occasioni il vescovo di Frosinone Ambrogio Spreafico, aveva la consapevolezza della sofferenza del mondo, che ella stessa aveva sperimentato nella sua vita. Lei donna, in un mondo di uomini a volte violenti, in cui l'educazione era appannaggio di nobili e borghesia e non certo delle ragazze di umili origini, seppe cogliere nel suo tempo l'urgenza di vivere la radicalità del Vangelo in un mondo di periferia rispetto a Roma, come allora era Frosinone, dove approdò nel 1821 per dare inizio a una scuola pubblica per l'educazione delle bambine, la prima in assoluto in questa città, che accoglieva bambine di ogni ceto sociale. Vi arrivò ai primi di luglio, quando nella Chiesa di San Benedetto si stava svolgendo la novena della Madonna del Buon Consiglio.
Era convinta, come del resto Maria De Mattias, un'altra santa di questa terra, che per cambiare una società violenta e provinciale fosse necessaria l'educazione. L'ignoranza favorisce solo il pregiudizio e la paura dell'altro. Per lei l'istruzione doveva essere accompagnata da un rapporto personale di amicizia. Anche l'educazione doveva contenere quel comandamento che ha segnato la sua vita, come dovrebbe segnare quella di tutti, il comandamento dell'amore di Dio e del prossimo. Scrive Fernando Bea nella vita della Spinelli: "Era (per lei) santità amare in grado eroico il Signore per amare il prossimo in suo nome. Essere amici di Dio, possedere la sua amicizia, farla norma di condotta per comunicarla agli altri. D'ora in poi sarà la sua vocazione. Portare agli altri, ai lontani, l'amicizia di Dio".
Oggi, in un tempo cui la scuola sembra puntare tutto sull'efficienza e sulla concorrenza e mette in secondo piano il rapporto personale, l'amicizia, la comprensione, il dialogo, la persona dell'alunno, il messaggio di Maria Teresa è ancora di straordinaria attualità. È significativo che proprio in questo tempo in cui si parla di emergenza educativa la Venerabile Serva di Dio possa essere indicata come esempio per riscoprire il senso, il valore e l'impegno educativo in un mondo che induce all'autosufficienza e all'individualismo, in cui ognuno vorrebbe essere padrone di se stesso senza gli altri e a volte contro gli altri, dove è difficile fare comunità e vivere insieme nella diversità.
Maria Teresa Spinelli visse per il Signore, tanto da consacrarsi interamente a lui e da vivere con passione questa unione di amore consapevole che essa avrebbe giovato alla conversione dei peccatori. Donna forte nella fede, non si intimorì nelle difficoltà e nel pericolo, come quando passarono da Frosinone per ben due volte le truppe di Garibaldi, di cui accolse i feriti senza timore, mostrando come l'unica risposta alla guerra e alla violenza sta nell'amore. I tempi non sono facili, ma non bisogna chiudersi nel pessimismo e nella tristezza, ma vivere con agli altri, amando tutti, soprattutto i poveri, perché è nell'amore per loro che si impara ad amare tutti. Studiare per capire gli altri, studiare per amare gli altri. Questo è l'insegnamento della Venerabile Maria Teresa Spinelli, che nei decenni non ha mai perso la sua attualità.