Una scelta che ha visto protagoniste anche due bambine e la loro mamma, Marianna. «Sapevo che era possibile donare i capelli per aiutare le pazienti oncologiche, donne che combattono con la malattia, ma tra queste ci sono anche ragazze giovanissime e bambine. Anche un'amichetta di una delle mie figlie è malata e combatte come una vera guerriera. Così mi sono informata e mi hanno consigliato l'associazione "Un angelo per capello" che sta a Bari.

È facile aiutare, basta tagliare i capelli raccolti in una treccia e inviare tutto via posta, anche con raccomandata. Un gesto semplice che non richiede nulla se non tanto cuore. Le mie bambine volevano comunque tagliare i capelli per l'estate, mi è sembrato davvero assurdo "sprecare" le loro folte chiome quando avrebbero potuto fare la differenza per qualcuno. Inoltre hanno anche scritto una letterina che abbiamo inserito nel plico che abbiamo inviato».

Dora e Sofia hanno nove e quattro anni, qualcuno potrebbe pensare che non hanno capito il valore del loro gesto ma non è così. «Ho parlato con loro e ho spiegato cosa stavamo facendo. La più piccola è scoppiata a ridere quando ha visto la sua treccia, la grande ha compreso bene il valore della sua azione. Sono fiera di entrambe. A noi non è cambiato nullo, a qualcuno lontano da noi, o anche vicino, chi lo sa, farà la differenza». E così una sforbiciata di due secondi e una raccomandata portano la speranza in giro per l'Italia.

Una ragazza che ha deciso di tagliarsi i capelli, non per vezzo o per moda, ma per fare la differenza. Francesca Truppa ha donato i suoi capelli per aiutare le pazienti oncologiche. La sua folta chioma diventerà così una parrucca per un'altra donna che sta combattendo una delle battaglie più difficili di sempre, quella con il cancro.

Quanti anni hai e che fai nella vita?
«Ho venti anni e sono iscritta al corso di Scienze dell'Educazione e della Formazione alla Sapienza di Roma».

Cosa ti ha spinto a compiere questa scelta?
«Ho scelto di tagliare i capelli e di donarli a un'associazione no profit "Un'angelo per capello" che si occupa di raccogliere le donazioni, anche in forma monetaria, per creare parrucche per le donne malate di cancro e poi consegnargliele gratuitamente. I capelli devono avere delle caratteristiche particolari: non devono essere troppo trattati, devono essere legati e asciutti e si possono donare non meno di 25 cm. Donare è semplicissimo: una volta tagliati basta porre la ciocca in una busta gialla della posta e spedirli. Non avrei mai pensato di tagliare i capelli corti, li ho sempre avuti lunghi, oltre ad essere un mio tratto caratteristico sono sempre stati la mia forza.

Un giorno, però, navigando sul web mi è apparso un annuncio in cui chiedevano donazioni; inizialmente mi sembrava strano, dunque ho iniziato a fare delle ricerche e ho scoperto che le parrucche post chemio possono costare tantissimo e non tutte sono adatte. Non mi sembrava giusto che una qualsiasi persona in lotta contro una malattia così grande non potesse neanche gioire un po' nel vedersi nuovamente con dei capelli guardandosi allo specchio. Dopo un pomeriggio passato nel limbo più totale in cui le mie paure del "chissà se poi con i capelli corti stai bene" hanno provato a prevalere, ho capito che io non avevo la necessità di mantenere i capelli lunghi ad ogni costo, che potevo far qualcosa per aiutare, che le donne per cui potevo essere di conforto non avevano avuto la possibilità di scelta che avevo io, dunque ho dato un taglio netto. Dopo un po' di giorni il plico contenente parte di me è arrivato a destinazione e ho realizzato di aver fatto la scelta giusta. I miei capelli magari faranno felice qualcuno che non lo era da tempo; un nuovo sorriso apparirà sul volto di una persona e spero che si attivi un circolo virtuoso».

Cosa ti aspetti dalla società in cui vivi, dagli adulti dai tuoi coetanei e anche dai più piccoli?
«Viviamo una società molto complessa, nella quale i valori sociali e morali si stanno un po' perdendo. In un futuro non troppo lontano spero che i più grandi insegnino ai più piccoli che stare all'interno del proprio quadrato e occuparsi solo del proprio io non ti preserva ma ti rende solo povero di anima e ti priva di tanto affetto e amore e di persone magnifiche che si possono incontrare nel corso della vita. Dai miei coetanei forse mi aspetto un po' di coraggio in più, ci vuole coraggio per aiutare togliendo qualcosa a sé stessi, non sempre è facile. Mi aspetto dunque un'umanità più coraggiosa e solidale dove "io" non esiste e vi è solo un grande "noi"».

Cosa hai provato dopo averlo fatto?
«Si dice che tagliare radicalmente i capelli manifesti una volontà di cambiare vita; anche se non era questo l'intento di partenza, sono cambiata molto. I primi giorni mi sembrava strano ma non mi sono mai pentita di ciò che ho fatto. Mi son sentita da subito bene, forse un po' più grande e consapevole. Donare i capelli mi ha portato a riflettere su tutte le cose che reputavo importanti, essenziali nel corso della mia vita quotidiana; capendo che di tanto in realtà non avevo bisogno e che poteva essere d'aiuto e regalare un sorriso ad altri. Un Angelo per Capello mi ha reso una persona migliore, perché con una predisposizione in più a far delle bene, perché mi fa stare bene».

Quali sono i tuoi obiettivi e i tuoi progetti?
«Tra i miei primi obiettivi c'è il farmi ricrescere i capelli, per provare di nuovo la sensazione di leggerezza nel tagliare via una treccia lunghissima. Non so cosa farò da "grande", di sicuro continuerò a studiare ancora per molto. Nel frattempo ho in mente tanti progetti, da attuare in questa città e altrove, idee a prova di bambino e di adulto con favole ed incontri per rendere la nostra Cassino una grande famiglia in cui tutti possano sentirsi accettati e che tutti possano amare. Dedicare la mia vita a rendere felice gli altri e me con loro, lasciando un po' della consapevolezza del potere che abbiamo nel nostro piccolo. Basta una scintilla per iniziare a cambiare il mondo».

di: Paola E. Polidoro