Nelle ultime settimane tanto scalpore, in positivo, ha destato la notizia dell'adozione da parte di un papà single di una bimba con la sindrome di down. Nel giorno in cui si festeggia l'arrivo della primavera si celebra anche la giornata dedicata alla sindrome di down. Ed è proprio dal Cassinate che due genitori, discreti e silenziosi, ma pieni di amore, sono i protagonisti di una storia d'amore con un... cromosoma in più (ovviamente per rispetto della privacy di tutti i nomi non vengono citati)

La loro storia inizia quando la loro primogenita all'età di due anni inizia ad avere dei problemi, inizialmente una tosse, poi quelle che sembravano crisi d'asma, poi dopo esami e visite mediche in tutti gli ospedali d'Italia, la diagnosi è tra le più brutte, un problema al cuore, una valvolina che non funziona bene e la vita della loro bambina è appesa a un filo sempre più sottile.

Ci sono due strade, aspettare un cuore nuovo o tentare di ricostruire il cuoricino della piccola con un intervento molto rischioso. Il tempo stringe e i genitori optano per l'intervento. In quel momento così difficile fanno un voto alla Madonna: se la loro bimba riuscirà a sopravvivere apriranno la loro casa a un altro figlio e adotteranno un bimbo. L'operazione dura più di dieci ore, la bimba piano piano si riprende e lentamente torna a vivere una quotidianità fatta di scuola, passeggiate e normalità.

"Avevamo un "conto" da pagare – dice la mamma – Sapevamo che le suppliche pronunciate mentre nostra figlia era sotto i ferri dovevano essere rispettate. Ci siamo messi in lista, abbiamo deciso di dire si al primo bimbo che ci avrebbero proposto". La risposta non si fa attendere troppo, dopo poco più di 8 mesi ecco la chiamata da Roma, c'è una bimba di 9 mesi, primo step l'affido e poi, dopo controlli e incontri con psicologi, assistenti sociali, giudici, avvocati, la bimba può entrare a far parte definitivamente del nucleo familiare.

Ma, perché in questa storia c'è un "ma", la bimba è affetta dalla sindrome di down. La coppia si trova a dover prendere un'altra importante decisione. Appena usciti dall'odissea della malattia della primogenita, l'idea di dovere accogliere una bambina con dei "bisogni speciali" sembra complicata. Due giorni per decidere, poi quelle parole pronunciate anni prima ai pedi della statua della Madonna. La coppia accoglie la piccola Benedetta.

All'inizio sembra tutto complicato, ma in famiglia c'è una persona che sembra non aver nessun tipo di problema: la primogenita, entusiasta dell'arrivo di una sorellina, inizia a vivere in simbiosi con lei. Nel frattempo, la mamma resta incinta e, ancora una volta, dice si al destino. Arriva in famiglia un fratellino. La famiglia si allarga, Benedetta è ormai parte della famiglia, anzi è il fulcro intorno al quale gira tutto.

Ha un carattere affettuoso, piena di energia, è creativa e catalizza tutte le attenzioni con le sue scenette. "Se mi avessero detto che nella vita sarei stata ad un passo dal perdere una figlia, che ne avrei avuta una in dono dal destino e che sarei tornata ad assere madre dopo i 40 anni, non ci avrei mai creduto. Essere genitori è importante, è una responsabilità, essere famiglia lo è ancora di più.

I nostri figli sono tutti sani, si amano alla follia, si coalizzano contro di noi. Certo, l'adolescenza non è il top né "con" né "senza" il cromosoma in più, ma sono cresciuti imparando ad apprezzare le minime conquiste e vittorie e a non abbattersi di fronte alle difficoltà. Quando vedo la grande che difende i fratelli o ascolto il piccolo, che si vanta con tutti delle sue sorelle maggiori, mi rendo conto che gli occhi dei bambini sono gli unici a vedere la realtà. Sono una donna felice, una madre fortunata". Benedetta non sa di essere stata adottata, non ha ricordi perché era molto piccola quando è arrivata a "casa sua" e per ora i genitori non hanno intenzione di dirglielo. Mamma è papà non sono solo quelli che ti mettono al mondo, sono anche quelli che ti "rimettono" al mondo.