Un percorso in salita, tutto sulle… punte. La strada che ha portato Federica Romano a diventare assistant costum maker (assistente costumista, nda) della English national ballet è stato scandito da diverse tappe, che come note si sono disposte su un pentagramma fatto di impegno e sacrificio a formare la colonna sonora della realizzazione di un sogno

Federica ha iniziato a muovere i primi passi nella scuola di danza classica di Tatiana Rossi a Ceccano. Oltre all'aspetto prettamente coreografico, il centro ha sempre prestato grande attenzione al costume, a cui si collega uno studio sulla storia della danza e questo ha ventiquattrenne frusinate a scoprire le varie fasi che portano alla realizzazione dei saggi. Quando stavano per concludersi gli studi al liceo severi, la giovane si è iscritta al corso di Scenografia dell'Accademia di belle arti di Brera.

Giunta al terzo anno, ha deciso di unire la passione per la danza e il teatro agli studi teorici, per questo ha tentato il test per il corso di Sarti per lo spettacolo dell'Accademia teatro alla Scala di Milano. In questi contesto, con i suoi compagni si è occupata dei costumi per il corso di danza della stessa struttura.

Dopo un anno e mezzo, all'interno dei quali erano previsti due mesi di stage, la studentessa ha dato disponibilità per un'esperienza all'estero e lì c'è stato l'incontro con l'English national ballett di Londra. Concluso il tirocinio è arrivata l'offerta di lavoro in attesa del diploma e dal 28 gennaio si è trasferita ufficialmente a Londra.

Credi che a Frosinone ci siano buone opportunità per chi intende avvicinarsi al mondo della danza?
«La formazione ricevuta in Ciociaria mi ha aiutato molto. In particolare credo sia stato fondamentale l'approccio ampio e l'attenzione ai costumi, alle scenografie, che ho trovato nella scuola di danza che ho frequentato. A volti aspetti non vengono considerato, invece possono risultare fondamentali».

Ti piacerebbe svolgere questo tipo di lavoro in Italia?
«Per adesso mi piacerebbe continuare a viaggiare, mi trovo molto bene in questa compagnia. Ho trovato persone disposte a trasmettermi il loro sapere. Un giorno, però, mi piacerebbe tornare in Italia, ma credo ci vorrà ancora un po' di tempo».

Che consiglio daresti ad una persona interessata al tuo tipo di percorso?
«Nei territori piccoli sono realtà che si conoscono meno. So che l'Accademia di Frosinone si sta ampliando e questo lo trovo molto positivo. Bisogna entrare in contatto con il mondo dell'arte per capire che ci sono delle possibilità talvolta inesplorate. Non mi sento pronta a dare consigli, ma credo che seguire una passione valga sempre pena».

C'è un tipo di formazione particolare per accedere alla sartoria teatrale?
«I miei colleghi del corso - eravamo 18 - provenivano da mondi ed esperienze diverse, ma questo non ha impedito a nessuno di riuscire nel proprio intento».

Qual è il tuo ruolo all'interno della English national ballet?
«Sono assistent costum maker, mi occupo insieme alla mia responsabile di confezionare costumi per le ballerine. Chiaramente dalla struttura del tutù fino le decorazioni».

Com'è ritrovarsi a Londra per lavorare nel mondo del teatro?
«Se non fossi stata così motivata forse sarebbe stato ancora più difficile trasferirmi qui per così tanto tempo. Londra è una città grande, che riesce a farti sentire sola, ma per un'appassionata di settore è una città che offre tantissime possibilità».

Quando ti sei iscritta all'Accademia di Brera, avevi in mente un obiettivo specifico?
«La mia unica certezza era il teatro, cioè sapere che sarebbe stato quello l'ambiente in cui avrei voluto lavorare. La curiosità poi mi ha spinto ad esplorare la possibilità di dare concretezza alle mie passioni»