Ci sono delle sfide che superano i confini della cronaca ed entrano nella storia. In questo caso politica, precisamente comunale. Ma ad Alatri, ancora oggi, parlare del duello del 1994 tra Patrizio Cittadini e Antonello Iannarilli è come… chiedere chi erano i Beatles. Mai si è vissuto un ballottaggio come quello, né prima né dopo. Con una rivalità politica netta, marcata, quasi fosse un derby tra Boca e River Plate. E' per questo che la lunga notte del 26 giugno 1994 è ancora nella memoria e nelle corde di tutti ad Alatri. Come una leggenda che si tramanda. Patrizio Cittadini batte Antonello Iannarilli per 46 voti: 7.842 (50,15%) a 7.796 (49,85%). Dopo uno spoglio carico di tensione e di colpi di scena, di sorpassi e controsorpassi. Alla fine nei due comitati elettorali gli stati d'animo sono opposti: gioia, canti ed entusiasmo in quello di Cittadini, silenzio, stupore e lacrime in quello di Iannarilli. 

Eppure, anche se in quel momento Antonello Iannarilli non poteva saperlo, da quella sconfitta iniziò la sua carriera politica: consigliere e assessore regionale, deputato, presidente della Provincia e tanto altro ancora. Sempre nelle file di Forza Italia, partito nel quale ha militato per 25 anni, fino all'addio di qualche mese fa.

Ma torniamo ad Alatri, alle elezioni comunali del 12 giugno 1994. Ai nastri di partenza ci sono 8 candidati a sindaco. Al primo turno vanno alle urne 17.929 dei 19.954 aventi diritto al voto, l'89,85%. Patrizio Cittadini, sostenuto da una lista civica, ottiene 3.677 voti, il 21,71%. Più della lista: 3.137, il 20,07%. Poi Antonello Iannarilli (Forza Italia): 3.383 voti, il 19,97%. Anche lui sopra agli "azzurri": 3.088, il 19,75%. Al terzo posto si piazza Fabrizio Sbaraglia: 2.808 voti, il 16,58%. E' appoggiato da Alleanza Nazionale (2.025 preferenze, il 12,95%) e da una civica. In totale la sua coalizione di voti ne prende 2.695, il 17,24%. Poi Italo Cianfrocca: 2.548 consensi, il 15,04%. Lo appoggiano il Centro Cristiano Democratico (1.257 voti, l'8,04%) e una civica. In totale queste due liste raggiungono il 15,24% (2.382 voti). Segue Roberto Sevi: 2.282 voti (13,43%). Lo appoggiano il Pds (1.247 voti, il 7,98%) e una lista mista di centro (776 voti, il 4,96%). Il totale della coalizione fa 2.023 voti, il 12,94%. Pierino Malandrucco ottiene 1.846 voti, il 10,90%. Il Partito Popolare Italiano: 1.943 consensi, il 12,43%. Poi Giorgio Frezza (Rifondazione Comunista): 349 voti, il 2,06%. Con la lista al 2,11% con 330 preferenze. Mentre Luciano Pacitto di voti ne ottiene 47, lo 0,28%. La lista che lo sostiene è L'Arca: 35 voti, lo 0,22%.

Un panorama molto frastagliato quello del primo turno, dove i partiti del centrodestra e del centrosinistra hanno preferito contarsi. Si va al ballottaggio, tra Patrizio Cittadini e Antonello Iannarilli. Lo scontro politico è incandescente, ma come in ogni secondo turno che si rispetti, oltre che dagli avversari bisogna guardarsi anche dagli alleati. Il"fuoco amico" incombe sempre.

Al secondo turno la percentuale dei votanti si abbassa, ma non di molto: 16.246 su 19.954 aventi diritto. Vale a dire l'81,42%. Lo spoglio è al cardiopalma, i rappresentanti di lista non perdono un voto, i nervi sono tesi. Alla fine la volata è entusiasmante. Meriterebbero entrambi di vincere, ma in politica (come nella vita e nello sport) alla fine è uno solo a trionfare. Il risultato è quello ricordato all'inizio: 7.842 voti per Patrizio Cittadini, 7.796 per Antonello Iannarilli. Una differenza di 46 preferenze: un palazzo. La fascia tricolore va a Cittadini, ma nella storia politica della città entrano tutti e due.