Le classifiche, intanto. A volte ingenerose. Altre incoraggianti. E se nel primo caso si tende in genere a puntare il dito contro gli indicatori e i parametri - non sempre adatti a dir la verità - nel secondo caso ci si compiace per i risultati portati a casa. Come avvenuto di recente quando, in una classifica del "Censis" l'Università di Cassino è salita sul podio delle università piccole (ovvero quelle fino a 10.000 iscritti).

Ci sarebbe meno da gioire pensando al fatto che solo fino a pochi anni fa l'Unicas - nella graduatoria stilata dal blasonato istituto di ricerca - era tra gli atenei medi, ovvero quelli compresi tra 10.000 e 20.000 iscritti. Ma la crisi dell'alta formazione ha riguardato tutto il Paese negli ultimi anni, non solo Cassino. Che anzi, al contrario, ha "tenuto botta" rispetto a realtà più grandi. Grazie anche al fatto che l'Unicas non raccoglie iscritti solo dalla provincia di Frosinone o dalla regione Lazio. Bensì da molte parti d'Italia, soprattutto del centro-sud, soprattutto dal Napoletano e dal Casertano: l'Università di Cassino ha difatti uno spiccato accento campano. I numeri relativi alle iscrizioni dello scorso anno accademico dicono infatti che su un totale di 7.633 iscritti (non si conoscono ancora i dati ufficiali dell'anno accademico in corso che sarà inaugurato l'11 marzo dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella), gli studenti provenienti dalla regione Campania sono quasi 1.600, ovvero oltre il 20% del totale. A fare la parte del leone è la provincia di Caserta che vanta nell'Unicas ben 1.366 iscritti (17%), superando quelli provenienti dal sud pontino. Tutti gli iscritti della provincia di Latina sono infatti 1.075 (14%).

Ma l'Università di Cassino negli anni si è conquistata sempre più autorevolezza sul territorio, diventando l'ateneo della città di Cassino e della Provincia di Frosinone. I ciociari iscritti superano di gran lunga il 50% del totale, sono difatti 4.546. Circa 500 sono invece i ragazzi provenienti da un'altra regione limitrofa, il Molise: ben 412 i residenti in provincia di Isernia e 86 a Campobasso.

E torniamo alle classifiche, allora: la graduatoria del Censis ha messo in mostra anche un altro interessante dato. Ovvero: prendendo in esame tutte le università limitrofe - piccole, medie e grandi - di Lazio, Abruzzo, Campania e Molise, si nota come solo "La Sapienza" con 86,8 punti totali fa meglio di Cassino. Tutti gli altri - dalla Parthenope alla Federico II, passando per la Tuscia, Tor Vergata e Sannio - hanno punteggi inferiori.
Poi, certo, le classifiche non sono sempre generose con l'Università di Cassino. Capita, non poche volte, di vedere l'Unicas come fanalino di coda. E se è vero che sulle strutture c'è ancora da lavorare - basti pensare che da dieci anni si annuncia il trasferimento dalla obsoleta sede di via Zamosch che invece ha laureato generazioni di letterati tra annunci roboanti di imminenti trasferimenti al Campus, finora mai avvenuti - e che Cassino è una città che ha poco da offrire agli universitari, è altrettanto vero che il dato del rapporto Almalaurea è quello che maggiormente dà soddisfazione all'ateneo. E cosa dice questo dato? Che il 76,4% si iscriverebbe nuovamente all'Università di Cassino contro il 70,5% della media regionale. In particolare si evince poi che il 91,5% si è detto soddisfatto del rapporto coni docenti, l'86,6% ritiene adeguato il carico di studio, il 73,6% ritiene adeguate le aule e il 91,5% è soddisfatto dell'esperienza complessiva. Gli studenti, insomma, promuovono l'Unicas.