Trenta anni di storia densi di avvenimenti. Politica, mobilitazioni, momenti che hanno cambiato per sempre il capoluogo ciociaro.
Un lavoro importante, fatto di ricerche, approfondimenti, confronti e verifiche. L’opera del giornalista Maurizio Federico, “Frosinone alla fine dell’Ottocento”, che rientra nella collana “L’archivio della memoria”, rappresenta sicuramente uno dei documenti più interessanti prodotti nell’ultimo decennio sulla storia di Frosinone e sulla sua evoluzione. Ma non solo. È un ritratto della classe dirigente che si è avvicendata, sulla cittadinanza che scendeva in piazza per protestare, sugli errori commessi e su ciò che non è stato fatto.
Ieri la presentazione del volume nel salone di rappresentanza della Provincia, a cui hanno partecipato rappresentanti istituzionali, amici e colleghi. Mentre il direttore del Corriere della sera Luciano Fontana e il direttore della biblioteca comunale “Norberto Turriziani” Angelo D’Agostini hanno illustrato il contenuto del testo. Infine, Francesca Di Fazio, ha letto alcuni passaggi dell’opera e dei documenti.
«Questo è un libro che serve a recuperare la nostra storia e sicuramente andrà letto per capire meglio lo sviluppo del territorio - ha commentato il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani - Negli ultimi tempi stiamo riscoprendo anche la vita di Sant’Ormisda e di suo figlio, San Silverio».
Il presidente del Consiglio provinciale Danilo Magliocchetti, invece, ha donato “Ciociaria nel cuore” e l’opuscolo sugli agriturismi a Fontana e Federico.
«Le tre grandi passioni di Maurizio sono la politica, il giornalismo e la storia: questo libro unisce maglificamente questi ultimi due aspetti - ha spiegato il direttore del Corriere - Nel volume si racconta la vita quotidiana dei frusinati, tra aneddoti, curiosità e spesso con ironia. La verità è che questa era una provincia piena di povera gente, l’80% dei 10.000 abitanti di Frosinone erano contadini, tutti analfabeti, quando si è realizzata l’unità di Italia. Questo descrive emblematicamente la situazione».
«Un dato che colpisce nel volume è il numero di giornali nati tra il ‘70 e l’inizio del Novecento - ha concluso l’autore - È sicuramente un segno della vivacità culturale e politica che contraddistingueva il capoluogo. Ho voluto scoprire questi dettagli».
A questo volume ne seguiranno altri due che, come ha sottolineato Federico, potrebbero uscire entro il 2017.