Dalla Serie D alla Serie A tutto d’un fiato: Marco Giannitti, professione direttore sportivo. “Questa è casa mia”: la gigantografia posizionata all’ingresso dello spogliatoio del Frosinone è stato il primo “colpo” messo a segno dal dirigente. Il manifesto, sullo sfondo la Curva Nord colorata di giallazzurro, raffigura tre leoni. Suggestivo e di grande stimolo per gli atleti.

Dalla stagione 2013/2014 Giannitti ricopre il ruolo di ds nel Frosinone. Il presidente del club giallazzurro Maurizio Stirpe lo aveva contattato nell’annata precedente. Un incontro. Una lunga chiacchierata. Poi strade diverse, ma per giungere nella stessa destinazione: la Ciociaria, dopo le promozioni conquistate con il Celano (dalla Serie D alla Serie C2) e con il San Marino (dalla Serie C2 alla Serie C1).

Giannitti, classe 1971, al primo anno ha centrato con i canarini la promozione dalla Lega Pro Prima Divisione alla Serie B. I difensori Crivello, Russo, Matteo Ciofani, il centrocampista Soddimo e il centravanti Daniel Ciofani: questi i nomi del suo primo mercato in giallazzurro. Persona di campo. E di trattative, Giannitti cerca uomini oltre che calciatori. Il lavoro ha portato, e sta portando, i frutti desiderati. Traguardo incredibile nel 2014/2015: la prima, storica, promozione del Frosinone nel massimo campionato nazionale. La mano di Giannitti si vede: Zanon per la difesa, Sammarco per il centrocampo e Dionisi per l’attacco. Poi la Serie A con l’amara retrocessione. Ma anche nella sessione di mercato relativa allo scorso campionato innesti di rilievo non sono mancati: Leali e Bardi (da gennaio) per la porta; Pavlovic (oggi alla Sampdoria), Rosi, Ajeti (oggi al Torino) e Pryyma per il pacchetto arretrato; Tonev e Kragl per quello offensivo. Il club ha acquisito, di anno in anno, valore economico sempre più alto. E autorevolezza a livello nazionale e non. Fattori che stanno ripagando gli sforzi fatti dal direttore sportivo Giannitti e dall’intera società presieduta da Maurizio Stirpe.

Oggi i canarini fanno paura alle compagini di cadetteria. Nell’ultima sessione di mercato la formazione allenata da Marino si è rinforzata: confermato Bardi tra i pali, così come Pryyma; Brighenti, Ariaudo e Mazzotta hanno impreziosito la retroguardia. Cocco e Churko l’attacco. È

Qual è il suo giudizio sull’ultima sessione di mercato?

«È stata la più importante sotto l’aspetto personale. Dopo tre anni di lavoro sono arrivate tante richieste per i nostri calciatori. E questo fattore, per un direttore sportivo, è motivo di orgoglio. L’emblema di ciò che sto dicendo è Daniel Ciofani: per lui sono state rifiutate delle offerte considerevoli. Voglio raccontare un aneddoto: ero a Milano per il calciomercato e, da diversi colleghi, ho ricevuto apprezzamenti per i nostri atleti. In quel momento ho avuto l’impressione che non fossimo retrocessi ma, per come si parlava del Frosinone, che fossimo andati in Europa League. E ho avuto una sensazione di profonda amarezza».

Quali fattori sono fondamentali per essere un buon direttore sportivo?

«Ci sono varie tipologie di ds. Con il Frosinone facciamo un importante lavoro di scouting. Un buon dirigente, inoltre, deve aggiornarsi continuamente per svolgere la propria mansione nel migliore dei modi. Inoltre, è fondamentale interpretare bene le situazioni di mercato ed essere presente in campo per i calciatori».

L’incontro con Stirpe. Qual è il suo ricordo?

«Incontrai il presidente del Frosinone un anno prima del mio arrivo in Ciociaria. E compresi immediatamente l’importanza del progetto giallazzurro, ma per quella stagione le nostre strade non s’incrociarono. Oggi il rapporto con lui è ottimo. Il lavoro di un direttore sportivo è più semplice e più proficuo se ha un presidente competente di calcio. E con Stirpe è proprio così. C’è sintonia».

Ci può raccontare qualche aneddoto relativo alle operazioni di mercato con i giallazzurri?

«Più che aneddoti, vorrei proporre due istantanee. La prima riguarda Daniel Ciofani. Il giorno in cui accettò l’avventura in giallazzurro mi resi conto subito dell’importanza dell’operazione completata. Il Frosinone aveva acquistato un grande calciatore e un grande uomo. Il secondo scatto è per Dionisi (dal Livorno, ndr): la trattativa fu estenuante. Un altro tassello prezioso. Un altro uomo prima che calciatore nell’organico. Avevo lavorato con i due attaccanti ai tempi del Celano. E le loro qualità erano già lampanti. Ma al di là dei singoli, questo è un gruppo solido e formato da uomini di valore. A partire dal capitano Frara».

Il Frosinone, nell’ultima gara interna, ha battuto il Latina. Quali emozioni ha provato?

«Vincere il derby dà sempre una grande gioia. è molto gratificante aver regalato un’importante soddisfazione alla nostra tifoseria. Sono contento di fare parte di un Frosinone imbattuto nelle gare con il Latina. I successi nei derby sono e saranno indimenticabili».

Cosa si aspetta da questa stagione?

«Ci attende un’annata lunga e faticosa. La Serie B è un campionato importante che nasconde mille insidie. Il nostro compito è quello di dare il massimo in ogni singolo impegno. Così come fatto finora».

Che calciatore è stato Giannitti?

«Ho militato, nel ruolo di portiere, nei campionati di Serie C1 e di Serie C2. Ho fatto anche un’esperienza in cadetteria, nelle fila dell’Avellino. Mi sono tolto belle soddisfazioni. Se Giannitti direttore sportivo acquisterebbe oggi Giannitti portiere? Negli anni in cui ho indossato i guanti c’erano molti numeri uno forti. Ma sì (sorride, ndr), acquisterei Giannitti portiere!».

Di pari passo con la prima squadra è cresciuto notevolmente anche il settore giovanile giallazzurro. Qual è il suo parere?

«Il lavoro dell’intera organizzazione e, in primis, del direttore generale Salvini sta dando grandi frutti. I ragazzi crescono ed è un settore in costante miglioramento».