A dieci minuti dallo scadere del secondo tempo supplementare in occasione della finalissima per l’assegnazione della Coppa America del Centenario tra Cile e Argentina, il tecnico della Roja, Pizzi, manda in campo Nicolas Castillo.

L’attaccante acquistato dal Frosinone la scorsa estate e poi, non essendo praticamente mai stato impiegato per tutto il girone d’andata fatta eccezione per tre gare da titolare lontano dal Comunale e con i canarini in campo con un largo turn over, lasciato libero di tornare in patria nel mercato di gennaio. Castillo sfiora subito il gol, ma è anticipato all’ultimo momento dall’uscita di Romero.

Poi si prende la grande responsabilità di andare sul dischetto subito dopo l’errore dagli undici metri del compagno Vidal. Palla da una parte e portiere dall’altra. Poi l’errore di Biglia per l’Argentina (in precedenza aveva fallito la trasformazione del penalty per la squadra di Martino il fuoriclasse Lionel Messi) e Cile che si laurea campione della Coppa America, grazie anche al contributo di un ex giallazzurro.

Se a quanto accaduto negli Stati Uniti nella “nostra” notte tra domenica e lunedì, aggiungiamo l’ottimo europeo di Arlind Ajeti, le richieste di mezza serie A italiana e non solo per Pavlovic e Tonev, allora c’è da domandarsi: ma forse l’ultima campagna acquisti del Frosinone era stata davvero buona come in pochi, noi tra questi, avevamo sottolineato e non del tutto errata come, al contrario, si “vociferava” da più parti.

E così, alla luce delle recenti prestazioni del cileno e dell’albanese, delle richieste che arrivano per lo svizzero e il bulgaro, il rammarico per aver giocato una sola stagione nella massima serie aumenta giorno dopo giorno. Ma a questo punto è inutile guardare al passato. Meglio restare concentrati sulla nuova stagione sportiva, lasciando a ognuno fare il proprio mestiere, analizzando momenti, situazioni e prestazioni.