Una sconfitta pesante. Che brucia, ma che, nonostante tutto, lascia intatte le speranze di salvezza del Frosinone. Il quart’ultimo posto adesso è distante quattro punti, ma è pur vero che, al termine della stagione, mancano ancora undici partite con trentatré punti a disposizione e la maggior parte degli scontri diretti da disputare.

La sconfitta

Al “Marassi” la sconfitta è stata meritata. La Sampdoria ha giocato meglio, ha avuto un maggior numero di occasioni da rete ed ha tenuto una pressione pressoché costante sulla retroguardia giallazzurra. Il Frosinone, dal canto suo, ha fatto pochino per cercare di uscire indenne dal “Ferraris”. La mezza occasione sul quasi autogol di Ranocchia da calcio d’angolo non può far generare recriminazione nel clan canarino.

La sconfitta, poi, è legittimata anche dai numeri: i padroni di casa hanno tirato 25 volte verso la porta di Leali, mentre il Frosinone 15 verso quella di Viviano; le occasioni da gol sono state 9 a 4 per i blucerchiati; i corner 12 a 10 sempre per la Samp, senza contare la voce più importante: i gol, che sono poi quelli che fanno la differenza nelle partite di calcio, e lo score dice 2-0 per i genovesi. L’unico dato sul quale si è registrato un certo equilibrio è il possesso palla: 51 a 49 per la Sampdoria, anche se quello dei padroni di casa è stato sicuramente più produttivo in termini di pericolosità della manovra, basti pensare che per il 71% del proprio possesso i blucerchiati hanno giocato nella metà campo avversaria, mentre il Frosinone, sulla voce specifica solo per il 42%.

La squadra di Montella ha vinto la partita sul piano del ritmo, della velocità di esecuzione e delle precisione dei passaggi e dei movimenti: la Samp ha completato 222 passaggi contro i 197 del Frosinone; i canarini hanno perso 21 palloni contro i 16 degli avversari e quest’ultimi ne hanno recuperati 13 (con una saldo positivo di 3) e i nostri 8 (con una saldo negativo di 13).
Non è stato il solito Frosinone. La truppa di Stellone è apparsa un po’ opaca, meno caparbia e pugnace di altre occasione, più distratta, imprecisa e indisciplinata di altre occasioni. Inoltre, i canarini, nonostante il modulo adottato lo permettesse, non sono riusciti a far valere l’uomo in più in mezzo al campo, andando spesse volte in sofferenza. Un lusso che il Frosinone non può permettersi se si vogliono coltivare ambizioni serie di salvezza. Anche a “Marassi” è apparso lampante come lo scarto qualitativo tra la rosa del Frosinone e quella della quasi totalità (un paio di eccezioni a parte) dei roster delle altre formazioni sia abbastanza netto, per cui per annullare il gap tecnico che separa la formazione di Stellone dagli altri team, il Frosinone deve sempre giocare al 110% delle proprie possibilità, che tradotto significa: aggressività, pressione costante sugli avversari, attenzione maniacale ai particolari, precisione assoluta e disciplina tattica quasi esasperata. Solo così si potrà pensare di arrivare almeno quart’ultimi.

Il futuro

La priorità adesso è dimenticare Genova e ritrovare se stessi in vista dei prossimi impegni nei quali il Frosinone si giocherà buona parte delle proprie chance di salvezza. Già a partire dalla prossima gara nella quale al “Comunale” sarà di scena l’Udinese. Poi ci sarà la trasferta di Carpi, la gara in casa con la Fiorentina e l’altro match di “Marassi” contro il Genoa. Punti molto pesanti in palio.