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Sora

L’emergenza che viene dal basso

L’incendio che da giorni colpisce Colle Sant’Angelo è di tipo “sotterraneo”: si propaga lentamente nel sottobosco e riparte. Niente fiamme ma tanto fumo particolarmente inquinante. Continuano i lanci di bonifica con i mezzi aerei dei vigili del fuoco

incendio

Il fumo che continua a springionarsi sul Colle Sant’Angelo dall’incendio di tipo sotterraneo

Una saetta, il fuoco, il fumo e l’incubo che pare non finire più. Da giorni il crinale di Colle Sant’Angelo brucia. Lì il 13 agosto scorso è caduto un fulmine che ha innescato un incendio, domato e ripartito più volte, praticamente ogni giorno. Un lavoro estenuante per i vigili del fuoco e i volontari della protezione civile che bonificano e monitorano continuamente l’area. Un lavoro che andrà avanti fino a quando l’emergenza non sarà definitivamente passata. Si tratta infatti di un “incendio sotterraneo”: il terreno che brucia si trova a un’altitudine di 800 metri ed è caratterizzato da una vegetazione tipica della macchina mediterranea, con piante di conifere come il pino. A bruciare ancora, a distanza di giorni dal primo rogo, è la spessa lettiera composta da aghi di pino, vegetazione secca, capillari di radici; e poi le pigne in fiamme che ruzzolano a valle innescando altri focolai.

In questi giorni i lanci d’acqua con canadair ed elicotteri dei vigili del fuoco si sono contati a decine. Sono fondamentali per arginare i danni, ma per il particolare tipo di incendio sviluppato sul Colle Sant’Angelo non possono essere risolutivi. Peraltro la zona è impervia, con una forte pendenza, difficile da raggiungere da terra. Tra le caratteristiche dell’incendio sotterraneo c’è che avanza lentamente, genera molto fumo e non c’è fiamma attiva. Cammina nel sottobosco per giorni e ogni tanto riaffiora. Il geologo Manuele Marchione spiega così il fenomeno. «Il fuoco ha bisogno di ossigeno e materia organica. Ci sono diversi tipi di incendi, tra cui quelli sotterranei. La docente Raffaella Marzano dell’Università di Torino, parlando proprio dei focolai lenti, ci spiega che avvengono senza fiamma. Si vede soltanto il fumo e sono abbastanza inquinanti perché si producono molta anidride carbonica, monossido di carbonio e metano, un tipo di incendio che si propaga assai lentamente, circa sei centimetri in un’ora. Sembra che questi incendi riescano a resistere anche alle basse temperature e si possono sviluppare a distanza di molto tempo. A bruciare è la sostanza organica che si trova all’interno del terreno, la terra da sola non brucia, la lettiera dei boschi può alimentare questo tipo di combustione».

Sui social, però continuano a rimbalzare polemiche sulla natura dell’incendio: sono in molti a ritenere che non si tratti di un fenomeno naturale, ma che dietro ci sia la mano dei piromani. Intanto il sindaco Luca Di Stefano ringrazia «i vigili del fuoco e i ragazzi della protezione civile per questo periodo intenso di lavoro che ha visto Sora e le sue montagne subire l’attacco del fuoco».

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