Bottiglie incendiarie contro gli immigrati, bancomat e postamat scardinati con camion ariete, aggressioni violente in pieno giorno. Senza contare la continua ondata di furti e rapine che raccontano di una città, Sora, e di un comprensorio, quello che la circonda e lambisce il bacino del Liri, che sempre di più finiscono nelle mani dei violenti. Quasi fosse una terra di nessuno.

La gente adesso ha paura, chiede più sicurezza e maggiori controlli. Gli episodi delle ultime settimane, e in particolare quello che si è verificato l’altra notte ai danni di un centro di accoglienza di Carnello, dove alloggiano alcuni rifugiati della Caritas diocesana, fanno riesplodere, in tutta la sua prepotenza, il problema della sicurezza che ora oltrepassa i confini dei piccoli casi di microcriminalità, dei vandali che sporcano e danneggiano il cuore della città, delle scritte che deturpano i muri dell’auditorium. C’è di più. Anche di ridurre tutto a una generica e troppo facile paura del “diverso”. Perché il diverso, il violento, il pericolo ce li abbiamo pure in casa. Sono quelli che non hanno timore di sfondare la vetrata di una banca in piena notte e portare via un bancomat, come è accaduto a Monte San Giovanni Campano, e che poi, per fuggire, rischiano di uccidere una ragazza che sta tornando a casa dopo aver fatto il suo lavoro. Sono quelli che sul lungoliri della Monica, a Sora, aggrediscono, in una tranquilla domenica pomeriggio, una giovane che sta facendo una passeggiata. Sono ancora quelli che, in nome di un’insofferenza spinta per chi ha la pelle troppo nera e il destino quasi segnato, piazzano una bottiglia incendiaria davanti al portone del centro di accoglienza: “L’episodio dell’altra notte al centro di accoglienza - sottolinea in una nota Antonio Vitale, candidato sindaco alle ultime elezioni di “Noi con Salvini” - evidenzia uno stato sociale degradato. Non è colpendo gli ultimi, i migranti, che si risolvono i problemi la cui responsabilità ricade sulle scelte del Governo”.

È della realtà quotidiana, soprattutto, che la gente ha paura. Della capacità e facilità di agire in una città che non si sente protetta, né di giorno e né di notte. Dove una rapina rumorosa, violenta e persino goffa come quella di Chiaiamari, può essere ripetuta in serie: “Tanto nessuno li prende - dice più di qualcuno”. Molti, in verità. Quello che i cittadini di Sora e non solo ora vogliono è sentirsi sicuri nella loro città, nella loro casa, nel loro Paese.