Cinquemila ettari di suolo in sei mesi: a tanto ammonta il consumo di territorio degli italiani da novembre 2015 a maggio 2016. L'Italia ha divorato quasi 30 ettari di suolo al giorno. E come se in pochi mesi un impresa edile avesse costruito duecentomila villette alla velocità della luce.

L'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ha presentato l'edizione 2017 del "Rapporto sul consumo di suolo in Italia", un documento che fornisce il quadro aggiornato dei processi di trasformazione del nostro territorio, che continuano a causare la perdita di una risorsa fondamentale, il suolo, con le sue funzioni e i relativi servizi ecosistemici.

«I dati aggiornati - fa notare il consigliere comunale e provinciale Danilo Magliocchetti - sono prodotti con un dettaglio a scala nazionale, regionale e comunale, grazie all'impegno del sistema nazionale per la protezione dell'ambiente (Snpa), che vede Ispra insieme alle Agenzie per la protezione dell'ambiente delle Regioni e delle Province Autonome, in un lavoro congiunto di monitoraggio svolto anche utilizzando le migliori informazioni che le nuove tecnologie sono in grado di offrire. Dalla lettura di questi dati, alcune riflessioni appaiono conseguenti. La prima, la provincia di Frosinone è il terzo territorio del Lazio per consumo di suolo, sia in percentuale che per chilometri quadrati, dopo Roma e Latina, anche se in misura inferiore rispetto alla media della Regione. La seconda, l'incremento in percentuale del consumo di suolo nel periodo 2015-2016 in provincia di Frosinone è il secondo del Lazio dopo Viterbo, ma addirittura superiore a quello di Roma. Ed è questo il dato che dovrebbe far riflettere maggiormente, in particolar modo sui processi di urbanizzazione che si stanno sviluppando da qualche tempo in provincia di Frosinone, un territorio il cui il rischio idrogeologico è particolarmente elevato. Una circostanza che andrebbe sempre ricordata. Ulteriore considerazione, mentre la media delle regioni Italiane per consumo di suolo è 7,6%, nel Lazio è 8,3 ed è la sesta regione in assoluto per suolo consumato. Giova ricordare - argomenta l'esponente di Forza Italia - che il consumo di suolo ha un impatto diretto su ambiente, territorio e salute, per cui forse bisognerebbe cominciare ad affrontare il tema attraverso un approccio sistemico e non di mera utilità funzionale».

Le colate di cemento non si fermano neppure di fronte a zone a rischio sismico (oggi è ricoperto oltre il 7% nelle aree a pericolosità alta e quasi il 5% in quelle a pericolosità molto alta), idraulico e da frana (rispettivamente l'11 e l'11,8% del suolo artificiale nazionale). E mentre l'Unione europea chiede all'Italia di azzerare il consumo di suolo entro il 2050, secondo l'Ispra se si continuasse a cementificare alla relativamente bassa velocità di questi anni, nel 2050 si avranno 3.270 chilometri quadrati di suolo cementificato in più. Il parlamento – secondo i curatori del rapporto – dovrebbe approvare un disegno di legge sul contenimento del consumo di suolo ma i cittadini dovrebbero rendersi conto che il suolo è stato troppe volte dimenticato. Pur essendo un bene prezioso, come l'aria e come l'acqua.